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Operazione 'Overall': sgominata da Polizia e Carabinieri una banda di rapinatori dello Zen

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La notte scorsa Carabinieri e Polizia di Stato hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare degli arresti domiciliari e obblighi di dimora emessa dal G.I.P. del Tribunale di Termini Imerese, su richiesta della locale Procura, nei confronti di 17 soggetti tutti residenti nel quartiere popolare Z.E.N. di Palermo, gravemente indiziati di far parte, a vario titolo, di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti in danno di negozi di materiale elettronico e hi-tech, nonché tabaccherie e ricevitorie.

L’operazione conclude un’attività investigativa iniziata dalla Compagnia Carabinieri e dal Commissariato di Ps di Cefalù nel mese di maggio del 2014 e terminata nel novembre successivo.

I colpi messi a segno dalla banda di Palermitani, che poteva contare anche sull’appoggio di alcuni soggetti legati alla malavita organizzata a causa di trascorse vicende giudiziarie o per vincoli familiari, si svolgevano sempre con il medesimo modus operandi: alla base vi era infatti la preliminare e approfondita pianificazione consistente nello studio dell’obiettivo da colpire, le vie di fuga in caso di intervento delle Forze di Polizia, il dislocamento delle vedette in punti nevralgici e, infine, ma non meno importante, l’uso di “telefoni dedicati” che durante l’esecuzione dei colpi erano messi in modalità “conferenza”.

Un sistema estremamente collaudato che aveva permesso ai sodali di mettere a segno nelle province di Palermo, Messina e Trapani almeno 21 furti in danno di centri commerciali, tabaccherie e ricevitorie, dai quali venivano rispettivamente trafugati prodotti elettronici, quali I-Phone, I-Pad e telefoni cellulari di ultima generazione, nonché T.L.E. e i consistenti ricavati derivanti dalla lotteria istantanea, per un valore complessivo di oltre € 300.000. Inoltre, il pronto intervento delle Forze di Polizia costantemente impegnate nelle investigazioni ha permesso di trarre in arresto nel periodo compreso tra il giugno e ottobre 8 soggetti in flagranza di reato e di impedire la consumazione di 13 furti già pianificati nei minimi dettagli.

È proprio nei confronti dei soggetti arrestati l’organizzazione si è mostrata particolarmente attenta, tanto da provvedere, durante il periodo di detenzione dei complici, al sostentamento economico delle loro famiglie e al pagamento delle spese legali.

Dieci degli indagati sono stati sottoposti agli arresti domiciliari; ai restanti sette è stato notificato l’obbligo di dimora nel Comune di Palermo con la prescrizione di non allontanarsi dal proprio domicilio dalle ore 19:00 alle ore 07:00.

Tutte le persone raggiunte dai provvedimenti coercitivi risultano annoverare precedenti penali e di polizia e non svolgerebbero un'attività lavorativa stabile, sì da ipotizzare che unitamente alle rispettive famiglie vivessero prevalentemente dei proventi delle loro "scorribande"


I Carabinieri di Bagheria arrestano 2 giovani accusati della rapina in un supermercato di Aspra FOTO

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Circa sei mesi fa, il 06 febbraio 2015 verso le 20:00 ad Aspra, località marinara di Bagheria, due giovani con il volto parzialmente travisato, facevano irruzione all’interno di un supermercato sito nei pressi del lungo mare. I due malviventi entrarono all’interno del supermercato armati di pistola e sotto la minaccia dell’arma, si fecero consegnare dal titolare, l’incasso della giornata, pari a circa 150 euro.

Le concitate fasi della rapina e la reazione dei dipendenti - che arrivarono anche ad inseguire i due - colsero di sorpresa i rapinatori che, presi dal panico scappavano a piedi, abbandonando il ciclomotore che avevano parcheggiato a breve distanza e che avrebbero dovuto utilizzare per la fuga.

Fin dai primi attimi successivi alla rapina, i Carabinieri attivavano le indagini finalizzate ad assicurare alla giustizia i due rapinatori. Le investigazioni sono partite dal ciclomotore rinvenuto a circa 50 metri dal supermercato che, da subito, destava i sospetti degli inquirenti. In effetti l’intuizione si rivelava fondata: lo scooter era in uso a FRAGALI Antonino, classe 1994, palermitano, del quartiere Sperone, arrestato insieme a CARUSO Alessio Salvo, classe 1995, anch’egli dello Sperone.

Grazie alle investigazioni svolte dai militari mediante i metodi tradizionali di osservazione e pedinamento, nonché mediante l’ausilio di strumenti tecnici, le indagini hanno consentito di accertare la responsabilità dei due che, a conclusione diella serrata e intensa attività di indagine sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.

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Caruso Alessio Salvo                                       Fragali  Antonino

 

 

Bagheria: rapinavano anziani all'uscita della Chiesa delle Anime Sante, arrestati dai CC FOTO

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Agivano come un gruppo articolato e ben organizzato, che selezionava accuratamente le vittime dei propri colpi tra i pensionati bagheresi che assistevano alla funzione religiosa presso la Chiesa delle Anime Sante di Bagheria, che venivano seguite, aggredite alle spalle e derubate dei preziosi, poi rivenduti presso un compro oro.

All’esito di un’attività investigativa che ha riguardato, in totale, 9 episodi di rapina e furto con strappo ai danni di altrettanti anziani, consumati tra il mese di ottobre 2014 e febbraio 2015, dalle prime ore dell’alba del 28 luglio 2015 i Carabinieri della Stazione di Bagheria hanno eseguito, in Bagheria (PA) e Casteldaccia (PA), un’ordinanza di applicazione della misura cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Termini Imerese per i reati di rapina aggravata e continuata, furto con strappo e lesioni in concorso, nei confronti di:

- CIANCIOLO Pietro Giuseppe, classe 1994, volto noto alle forze dell’ordine, bagherese, destinatario della misura degli arresti domiciliari;

- LIGA Damiano Ron Roberto, classe 1996, volto noto alle forze dell’ordine, casteldaccese, destinatario delle misure dell’obbligo di dimora con prescrizioni e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Nella circostanza, i militari hanno inoltre deferito in stato di libertà per correità in 6 rapine altri 3 individui (I.D., classe “89” e L.C.N., classe “97”, minore all’epoca dei fatti, entrambi bagheresi, e C.V., classe “90”, casteldaccese), già noti alle Forze di Polizia.

Inoltre, è stato segnalato all’Autorità Giudiziaria per il reato di ricettazione M.D., classe 1991 di Bagheria, titolare di un’attività commerciale di acquisto preziosi ed oro in Santa Flavia, per il quale i militari hanno ricostruito la ricettazione di due paia di orecchini in oro.

I personaggi erano divenuti, a partire dallo scorso ottobre, il terrore di anziani indifesi, ed in particolare di donne ultrasettantenni, sempre rapinate di borse, orecchini e collane all’uscita dalla Chiesa Anime Sante di Bagheria, che avevano denunciato i fatti ai Carabinieri, chiedendo addirittura aiuto per potersi recare ad assistere alla funzione religiosa.

L’indagine che ne è scaturita, coordinata dalla Dott.ssa Annadomenica GALLUCCI, Sostituto PM presso la Procura della Repubblica di Termini Imerese, e corredata da intercettazioni telefoniche e ambientali, analisi dei traffici telefonici, perquisizioni e sequestri ed estrapolazione delle immagini da telecamere di videosorveglianza, ha messo in luce un modus operandi particolarmente organizzato e cruento.

I malviventi, infatti, individuavano le vittime già all’uscita dal luogo di culto, seguendole nelle stradine adiacenti e meno trafficate per poi aggredirle alle spalle al momento più opportuno, lontano da occhi indiscreti ma ignari della presenza delle telecamere. In tre circostanze, addirittura, venivano strappate alle vittime gli orecchini dai lobi, cagionando significative lesioni. La refurtiva, infine, veniva smerciata presso un negozio di Compro Oro compiacente sito in Santa Flavia, il cui titolare è stato deferito per ricettazione.

Ulteriori indagini sono ora in corso al fine di verificare la responsabilità dei soggetti sopra citati nella commissione di reati analoghi, nonché di ricercare ulteriori complici e la refurtiva dei colpi, che secondo i militari ammonterebbe, in totale, a varie migliaia di euro. 

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    Cianciolo Pietro Giuseppe                                   Liga Damiano

 

 

Bagheria: grave incidente in via Mattarella, seriamente ferito un motociclista

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Alle 17.30 di questo pomeriggio in via Mattarella a Bagheria all'altezza del civico 130, esattamente davanti la Gelateria Anni venti, si è verificato una grave incidente stradale in cui è rimasto seriamente ferito un motociclista che viaggiava a bordo di una Honda Hornet.

Secondo la ricostruzione fatta agli operatori della Polizia municipale dalla conducente di una delle due auto coinvolte, una Fiat 500 L, questa sarebbe stata l'esatta dinamica dei fatti: la donna, che proveniva da via Papa Giovanni, giunta con il proprio mezzo all'altezza della Gelateria Anni Venti, ha visto ad una cinquantina di metri circa e proveniente dalla direzione opposta  la motocicletta che sbandava, con il conducente che subito dopo cadeva a terra ed il mezzo che continuava la propria corsa strisciando letteralmente sul selciato.

La signora ha immediatamente frenato ma non è riuscita ad evitare che la moto urtasse violentemente contro la ruota e la fiancata anteriore sinistra della propria auto, rimbalzando poi e concludendo la  corsa contro una Dacia Duster  posteggiata sul marciapiedi opposto

altStando a quanto riferiva qualcuno dei presenti pare che il conducente della Honda, prima di sbandare procedesse a velocità sostenuta. La moto è andata a cozzare contro l'auto parcheggiata riducendosi ad un groviglio di metallo.

L'arrivo dei sanitari del 118 è stato quasi immediato considerata la vicinanza  del locale Pronto soccorso; ad un primo sommario esame le condizioni del giovane erano gravi, anche se conservava la coscienza. Il giovane è stato immediatamente trasportato in Ospedale, mentre sono successivamente intervenuti i vigili per i rilievi del caso.

Il giovane C.S., 26 anni, di Santa Flavia è stato ricoverato all'Ospedale 'Civico' con una prognosi di 30 giorni.

Il traffico è stato interrotto e dirottato sulle corsie laterali.

Muore nello scontro con un camion un motociclista sulla SS 113 tra Altavilla e Trabia

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Un motociclista è morto questo pomeriggio sulla statale 113 tra Altavilla Milicia e Trabia in provincia di Palermo. Lo scontro tra la moto è un camion non ha lasciato scampo all'uomo che è morto sul colpo. L'incidente è avvenuto in contrada Parsi a circa duecento metri dalla deviazione che immette verso il lido Sporting ed ha coinvolto anche un auto. Intervenuti i carabinieri di Bagheria e i vigili di Altavilla.

I sanitari del 118 arrivati sul posto non hanno potuto fare altro che constatare la morte. La moglie è stata colta da malore e soccorsa dal 118 e trasportata in ospedale. Decine di parenti della vittima sono accorsi nel luogo dell'incidente. Strazianti le scene davanti ai carabinieri che dovranno accertare la dinamica e le responsabilità.

La vittima dell'incidente si chiamava Giovanni Palazzotto di 61 anni ed era il gestore del Lido Sporting.

„Il tratto di strada della statale “Settentrionale Sicula” in cui si è verificato l'incidente è stato subito chiuso al traffico. "Le squadre Anas - spiegano in una nota - sono intervenute all'altezza del chilometro 236.8 per ripristinare la circolazione il prima possibile in piena sicurezza per gli automobilisti". “


 

 

Bagheria: furti a raffica in abitazioni e presso un'attività di ristorazione

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I furti nelle villette di campagna nelle serate festive e prefestive oltre che nelle attività di ristorazione sembrano intensificarsi in coincidenza delle uscite serali dei proprietari. Due furti in abitazione, uno ai danni di una attività di ristorazione oltre ad un furto molto singolare, quello di un cavallino pony, sono il bilancio negativo del fine settimana.

Uno dei furti in abitazione tentato nella notte tra sabato e domenica è 'andato a male' nel senso che i ladri dopo avere rotto una finestra e divelto anche la grata protettiva in ferro, in una villetta di proprietà di M.D.che si trova lungo la SP 16 per Ventimiglia in territorio di Santa Flavia, una volta all'interno dell'abitazione e dopo aver messo gli ambienti a soqquadro, hanno cercato di portare via un grande e moderno televisore a schermo curvo; ma durante il tentativo di trasporto il televisore cadendo si è rotto per cui è stato abbandonato.

Ancora un televisore di 50 pollici, marca Philips, rubato ad S.N. da un'abitazione che si trova sulla SP 127 dello 'Specchiale'; rientrati dopo l'una di notte gli occupanti della casa hanno trovato una finestra forzata e le varie stanze della casa sottosopra; oltre al costoso televisore, peraltro acquistato di recente, sono stati portati via oggetti in oro.

Al 'Giardino dei limoni' il ristorante trattoria che si trova di frote a villa Cattolica, la notte del 31.07 entrando da una porta di servizio, i malviventi con tutta tranquillità hanno portato via una impastatrice, una affettatrice, due televisori, computer, oltre a generi alimentari vari e a bottiglie di bevande anche costose, vini e birra. Il titolare V.G., ha presentato denuncia presso il locale Commissriato di Pubblica sicurezza di Bagheria.

Un singolare furto è stato invece denunciato da D.D.:  un pony sauro (color miele), dotato di microchip e certificazioni identificative, è stato rubato mentre pascolava in contrada Cotogni in via Prime Rocche ad Aspra.

I Carabinieri di Bagheria arrestano tre estortori di un commerciante di Altavilla

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Il 4 agosto 2015, alle prime luci dell’alba, in Carini (PA) e Partinico (PA), i Carabinieri della Compagnia di Bagheria, coadiuvati dai militari di Carini e Partinico, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione delle misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Termini Imerese (PA, per il reato di usura aggravata, nei confronti di:

- LO PICCOLO Antonio, detto Enzo, nato a Carini, classe 1961, residente a Torretta (PA);

- FERRANTE Alfonso, nato a Palermo classe 1968, residente a Carini (PA);

- ORVIETO GUAGLIARDO Gerardo Antonio, detto Jonathan, nato a Partinico (PA) classe 1982, al quale viene altresì contestata una tentata estorsione aggravata.

2. L’indagine, inizialmente diretta dalla D.D.A. di Palermo e poi transitata per competenza alla Procura della Repubblica di Termini Imerese, è stata sviluppata attraverso attività tecniche e servizi di osservazione a distanza, ed ha consentito di fare luce su degli episodi estorsivi e di usura perpetrati, dal mese di novembre 2013 al marzo 2014, dagli indagati ai danni di un commerciante di Altavilla Milicia. In particolare il commerciante:

- nel mese di ottobre 2014, chiedeva, per fare fronte a debiti di gestione della propria attività commerciale, al LO PICCOLO e all’ORVIETO GUAGLIARDO una somma contante di euro 6.700;

- nei successivi 6 mesi, il LO PICCOLO e l’ORVIETO GUAGLIARDO, con l’intermediazione del FERRANTE, costringevano la vittima a versare in varie rate la somma totale, comprensiva di interessi usurari, di 12.400 euro (con un tasso annuo pari a circa il 200%);

- successivamente l’ORVIETO GUAGLIARDO, al fine di estorcere ulteriore liquidità, si presentava presso l’esercizio commerciale, ove minacciava di morte la vittima, che si rivolgeva ai Carabinieri.

 

Arrestati Pietro Liga, già condannato nel processo 'Argo', la moglie e la figlia FOTO

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Secondo l'accusa i tre in concorso hanno cercato di estorcere 20.000 euro ad un detenuto arrestato nell'operazione Reset, a mò di risarcimento perchè avrebbe fatto delle dichiarazioni lesive della  'dignità di uomo d'onore' di Liga.

Nella mattinata del 3 agosto 2015, in Santa Flavia (PA) e presso il carcere di Tolmezzo (UD), i Carabinieri della Compagnia di Bagheria hanno notificato un’ordinanza del GIP di Palermo che dispone l’applicazione di misura cautelare per il reato di tentata estorsione, in concorso, aggravata dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare “Cosa Nostra”, emessa nei confronti di:

- LIGA Pietro, classe 1966, tratto in arresto nel maggio 2013 nell’ambito dell’operazione di polizia “ARGO” e successivamente condannato, in via definitiva, a 10 anni e 6 mesi di reclusione per estorsione, in quanto esponente della famiglia mafiosa di Bagheria;

- COSTANTINO Rosa, classe 1963, e LIGA Maria, classe 1990 – rispettivamente moglie e figlia del LIGA - sottoposte alla misura degli arresti domiciliari.

L’indagine, diretta dalla D.D.A. di Palermo (Dottoressa Francesca MAZZOCCO e Caterina MALAGOLI) e sviluppata attraverso complesse attività tecniche e servizi di osservazione a distanza, ha fatto luce su numerosi episodi estorsivi perpetrati, dal mese di agosto ad ottobre 2014, nei confronti di un detenuto - tra l’altro per fatti di mafia - nel braccio Libeccio (da cui il nome dell’operazione) del carcere “Pagliarelli” – ripetutamente minacciato dal LIGA - nonché della moglie del detenuto, a più riprese estorta fuori dalla struttura carceraria rispettivamente dalla moglie e dalla figlia del LIGA.

L’attività ha consentito, in particolare, di acquisire a carico degli indagati un quadro probatorio definito “granitico” nell’ordinanza, che contiene due elementi di peculiare novità, significativi delle nuove dinamiche di “Cosa nostra”.

Anzitutto, la vittima è un esponente dell’organizzazione criminale, tratto in arresto il 5 giugno 2014 nell’ambito dell’operazione “RESET” con l’accusa, tra l’altro, di essere organico al mandamento mafioso di Bagheria. La vittima, in seguito al suo arresto, veniva avvicinata all’interno della cappella del carcere Pagliarelli dal LIGA, rimasto offeso da alcune esternazioni fatte dall’altro nei suoi confronti - intercettate e confluite nel provvedimento del fermo di “RESET” a suo carico – poiché ritenute lesive della sua dignità di “uomo d’onore”.

altIl LIGA quindi intimava a più riprese al detenuto di consegnargli, a titolo di risarcimento per l’offesa patita, la somma di euro 20.000, minacciandola in caso contrario di ritorsioni nei confronti dei familiari. La richiesta veniva poi progressivamente ridotta, con il consueto metodo adottato da “cosa nostra” nei rapporti con le attività imprenditoriali, ad euro 2.500.

Inoltre, non assume minore rilievo la circostanza che gli attori principali delle richieste estorsive siano state le due donne, COSTANTINO Rosa e LIGA Maria, le quali, venute a conoscenza della richiesta estorsiva nel corso dei colloqui autorizzati in carcere con il familiare, si adoperavano per riscuotere il pizzo dalla moglie del detenuto, addirittura tentando di avvicinarla ripetutamente fuori dal carcere Pagliarelli nel giorno dei colloqui in carcere con il marito.

 

 

 

 

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     Costantino  Rosa                                                                    Liga Maria 

 


Respingono nettamente le accuse la moglie e la figlia di Pietro Liga

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Lo riporta il 'Giornale di Sicilia' di oggi in un articolo di Sandra Figliolo: Rosa Costantino e Maria Liga, rispettivamente moglie e figlia di Pietro Liga, che si trovano ai domiciliari con la pesante accusa di estorsione, si difendono a 360° negando decisamente che tramite loro siano state fatte richieste estorsive alla moglie di un imprenditore altavillese, arrestato nell'operazione Reset nel guigno del 2014, e che evrebbe usato espressioni offensive della 'dignità' di Liga.

altDifese dall'avv. Jimmy D'Azzò le due donne di fronte alle contestazioni del GIP Giuliano Castiglia, rispondono che loro hanno sempre parlato di 'tute e lenzuola da portare al loro congiunto all'inetrno del carcere', e che mai hanno fatto riferimento a denaro, e niente risulta a loro di eventuali affermazioni in merito fatte del loro congiunto; non solo, ma aggiungono che 'presumendo di essere intercettate sarebbe stato poco per loro prudente fare richeste estorsive', ed infine che l'imprenditore altavillese, stando alle inetrcettazioni, da un lato avrebbe denunciato l'estorsione e dall'altro avrebbe invece manifestato preoccupazioni per l'eventuale pentimento di Pietro Liga (nella foto accanto).

Insomma una linea di difesa che non ha evitato alle due donne di restare sottoposte al regime detentivo domiciliare.

L'accusa ritiene di avere in mano un impianto di prove 'granitico', e cioè Liga detenuto al Pagliarelli che avvicina la potenziale vittima all'interno della cappella del carcere passando da una richiesta iniziale di indennizzo di 20.000 euro ad una richiesta più mite di 2.500 euro.

E tutto sarebbe accaduto per una frase offensiva saltata fuori dalle intercettazioni.

Aggressione violenta e rapina ai danni di due donne a Bagheria

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In poco meno di 48 ore due aggressioni con modalità violente, a scopo di rapina, si sono verificate a Bagheria, vittime in entrambi i casi donne di una certà età. Il primo caso durante la serata di mercoledì scorso, allorchè una signora di 78 anni, V.G. abitante in via V.E.Orlando, una strada che collega via Nino Bixio con via del Cavaliere prol., è scesa in strada intorno alle 22 per gettare la spazzatura.

Ad attenderla subito fuori dalla porta della propria abitazione due malviventi che l'hanno gettata a terra, imbavagliata e lagato i polsi dietro la schiena tramortendola e riportandola all'interno del proprio appartamento che hanno messo a soqquadro senza riuscire a trovare alcunchè: i rapinatori sono riusciti ad arraffare solo gli orecchini e la fede che la donna portava indosso e che scioccata è riuscita dopo un pò a liberarsi, malgrado le condizioni in cui l'avevano ridotta gli aggressori, ed a chiedere soccorso per telefono ai familiari.

E' stato chiamato il 118 che ha provveduto al ricovero della donna presso l'Ospedale Buccheri La Ferla per le conseguenze del trauma fisico e psicologico.

Questo pomeriggio invece P.A., una donna di circa 70 anni mentre era ferma all'interno della propria vettura tra via Lo Re e piazza Sepolcro, è stata avvicinata da due giovani a bordo di una vespa bianca che indossavano il casco e che attraverso il finestrino aperto le hanno strappato la collana e si sono dileguati nei vicoli del centro storico .

In copertina foto d'archivio

Sequestrato a Gino Di Salvo un 'tesoretto' di 400.000 euro, tra contanti, immobili e auto

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ue anni dopo l'arresto nell'operazione Argo, il Nucleo del Reparto investigativo dei carabinieri sono riusciti a mettere le mani su venti conti correnti, un appartamento, lotti di terreno e auto, per un valore complessivo di 400.000 euro, appartenuti al reggente della mafia bagherese.

Lo riporta la Repubblica di oggi in un articolo a firma di Alessandra Ziniti: Giacinto Di Salvo, detto Gino, era stato arrestato nell'operazione 'Argo' del 2013 e qualche mese dopo avevano trovato conferma nelle dichiarazioni di Sergio Flamia, le accuse rivolte al Di Salvo, in particolare quella di essere il capomandamento di Bagheria, ruolo che gestiva collaborato dallo stesso Flamia e da Salvatore Lauricella.

Già al momento dell'arresto a Di Salvo era stata sequestrata una somma di denro di oltre 63.000 euro che teneva nascosti nell'intercapedine di un sottoscala all'jngresso di casa.

Solo recentemente l'abitazione del tutto abusiva, dove abitava il Di Salvo e  che sorge all'interno del parco di villa Valguarnera era stata sottoposta a sequestro; in precedenza e malgrado la confisca e la consegna nel 2009 all'Agenzia dei beni confiscati, non era stato 'possibile' sottrarre l'immobile all'uso del Di Salvo.

Di recente lo Stato ha sgombrato i mezzi che vi si trovavano ed ha preso possesso anche di una vasta area agricola circostante.

Si era pensato in un primo momento di ospitare all'inetrno della struttura un presidio dei Vigili del fuoco, ma l'idea è stata successivamente abbandonata.

Scontro tra auto e moto all'incrocio della S.S. 113 con corso B.Scaduto: una ragazza ferita

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L'incidente è accaduto intorno alle 14.30 di oggi con un traffico quasi inesistente, che porta talvolta ad abbassare i livelli di attenzione nella guida. Una motocicletta del tipo BMW 800 percorreva la strada statale 113 in direzione di Santa Flavia verso Bagheria e si apprestava ad affrontare l'incrocio con l'inizio di corso Baldassare Scaduto, il lungo rettifilo che conduce ad Aspra.

Alla guida del mezzo B.C. di 32 anni, con a bordo la propria fidanzata; nello stesso istante una Opel corsa, condotta da T.A. di 23 anni proveniva  da corso Butera e dopo aver superato il passaggio a livello, presumibilmente, ma è solo una prima ipotesi, tirava diritto omettendo  di dare la precedenza e scontrandosi con la moto con la parte anteriore sinistra del proprio mezzo.

I due centauri, che indossavano entrambi il casco, venivano sbalzati malamente per terra riportando traumi e contusioni varie il giovane alla guida, mentre la ragazza al momento dei soccorsi mostrava una vistosa ferita lacero-contusa alla gamba.

altL'urto stando ad una prima osservazione non deve essere avvenuto ad alta velocità, perchè per fortuna i due occupanti della BMW  indossavano il casco, ed inoltre perchè i due giovani che hanno avuto la peggio ai soccorritori sono apparsi  lucidi e coscienti.

In ogni caso sono dovute intervenire due autoambulanze del 118 che hanno ricoverato i due giovani all'Ospedale 'Civico' ed al 'Policlinico'.

Mentre scriviamo sono in corso i rilievi da parte dei Carabinieri per ricostruire la dinamica dello scontro e che attendono notizie tranquillizzanti dagli Ospedali per potere autorizzare la rimozione dei mezzi.

 

 

 

 

 

 

Orazio Amenta (PD): silenzio di tomba dell'amministrazione 5 stelle sull'emergenza cimitero

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Cimitero, è di nuovo emergenza: lo scrive in una nota Orazio Amenta coordinatore del PD cittadino che precisa: 

" Loculi e posti salma in terra esauriti, piene anche le aree per la sepoltura di salme inconsunte provenienti da estumulazioni ed esumazioni. Tante le salme ammassate nella camera mortuaria in attesa di sepoltura. Insomma siamo di nuovo alle solite... Sono trascorsi ben sei mesi da quando, in data 4 febbraio, il Consiglio comunale approvava all’unanimità l’ordine del giorno presentato dal capogruppo del Partito Democratico Mimmo Di Stefano, che impegnava l’amministrazione comunale a portare avanti il progetto di ampliamento del cimitero comunale.

Ad oggi, tuttavia, non si hanno ancora notizie concrete né sul progetto nuovo di ampliamento né su quello (il cui iter, ricordiamo, è stato avviato già dal lontano 2005) che prevede la realizzazione delle opere pubbliche necessarie e la gestione del cimitero da parte di un privato, nell’ambito di un project financing.

Ed anzi, l’amministrazione comunale continua a condurre una gestione emergenziale del cimitero.

E’ tale il quadro che emerge dall’ordinanza sindacale n. 52 del 5 agosto, con la quale viene data esecuzione alle operazioni di esumazione ordinaria (da effettuare almeno 10 anni dopo la data di sepoltura) e straordinaria.

La situazione in cui versa il cimitero, insomma, si presenta nuovamente insostenibile, essendosi ormai esaurite le disponibilità anche dei loculi prefabbricati, il cui utilizzo (più volte lo abbiamo sottolineato) non avrebbe potuto che rivelarsi una soluzione tampone, funzionale ad arginare l’emergenza soltanto per poche settimane.

Quanto riportato trova pieno riscontro nella presenza di almeno trenta salme nella camera mortuaria cimiteriale.

Non è più il tempo delle chiacchiere: questa amministrazione deve agire ultimando il progetto di ampliamento e portandolo in Consiglio comunale. E deve farlo in fretta.

La precedente Giunta comunale è stata sfiduciata dalla città in seguito allo scandalo del cimitero; da quello scandalo doveva ripartire la nuova amministrazione comunale, risolvendo definitivamente una problematica che tocca il decoro e la sensibilità di una cittadinanza intera.

Tuttavia, dopo oltre un anno, continua ad esserci solo silenzio. 

Orazio Amenta, coordinatore cittadino PD

 

Duole constatare che i fatti segnalati dal PD sono reali e concreti: da mesi non si parla più delle indagini al cimitero. La famosa frase del sindaco pronunciata in una delle prime sedute del consiglio comunale,"anche il mio nipotino di 7 anni avrebbe capito che se muoiono 500 persone e incasso solo il corrispettivo di 250 loculi, i conti non tornano", e che lasciava presagire un impegno a tutto campo per fare pulizia e chiarezza, non ha avuto seguito

Ebbene, su questi "conti che non tornano", ancora non c'è stato spiegato alcunchè; su bagherianews.com qualche mese fa abbiamo ricostruito in una serie di articoli le vicende drammatiche del cimitero che portarono alla fine all'allontanamento di Lo Meo, ma nè l'assessore nè il sindaco si sono degnati di dare una risposta, non a noi, ma alla città, che pensava che finalmente gli scheletri di questo armadio sarebbero stati tirati fuori. Così non è stato, e, che noi si sappia, non è accaduto nulla

 Si va avanti con l'acquisto dei loculi prefabbricati, la cura del cimitero è stata indubbiamente più efficace ma non filtra uno straccio di notizia su quali siano le reali intenzioni dell'amministrazione per il futuro e per superare l'emergenza ormai struttturale e continua: come se il problema non esistesse e non fosse mai esistito. 

Un silenzio di tomba che suona incomprensibile.

redazione bagherianews.com

 

La Polizia di Bagheria intercetta un auto rubata: nasce una colluttazione, un uomo arrestato

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L'auto, una Fiat 500 rubata a Palermo era dotata del geolocalizzatore satellitare e questo ha consentito ai poliziotti della Questura palermitana di informare in tempo reale nella mattinata di oggi, con una esemplare azione di coordinamento, i colleghi di Bagheria che l'auto si trovava nei paraggi della S.S. 113 in vicinanza della deviazione per la nostra città, più o meno la zona del mercatino.

Ed è proprio là che, con ammirevole tempestività, gli operatori della volante di servizio del Commissariato di P.S. di Bagheria, diretto dal dr. Francesco Fucarini (foto interna), hanno individuato l'auto rubata: di fronte alla segnalazione di stop da parte degli agenti d Polizia il conducente della vettura ha immediatamente accelerato, tentando di sottrarsi alla identificazione; ne è nato pertanto un breve inseguimento che si è concluso proprio in vicinanza del sottopasso ferroviario.

altI due occupanti la vettura hanno iniziato di fatto una colluttazione con gli agenti e mentre uno dei due è riuscito a darsela a gambe approfittando della confusione del mercatino, l'altro occupante della vettura è stato fermato e condotto in commissariato, dove, identificato per G.F, 24 anni, con l'accusa di ricettazione e oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, è stato tratto in arresto perchè colto in flagranza di reato.

Una febbrile attività di indagine, immediatamente seguita al fatto, malgrado l'emergenza ferragosto, ha consentito di identificare in S.I., 24 anni,  il secondo protagonista, che per gli stessi reati è stato anch'egli denunciato al Tribunale di Termini Imerese, dove si terrà il processo per direttissima. 

 

Bagheria: un secondo arresto per la rapina ai danni della tabaccheria Maggiore

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La Polizia 

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La Polizia sta arrivando, passo dopo passo, a scoprire tutti i ciomponenti del commando che lo scorso gennaio rapinò la tabaccheria Maggiore di Bagheria; il secondo componente  è Daniele Gebbia, 34 anni, palermitano di Piazza Calona, già arrestato per un altro colpo: sarebbe lui il complice di Benito Marino arrestato a maggio sempre di quest’anno per il medesimo colpo.

La rapina sarebbe stata commessa da da una banda di alemno 4 persone ed è per questo che si continua ad indagare per indivuìidure gli altri responsabili.

Secondo la ricostruzione dei poliziotti, Marino e Gebbia erano entrati nella rivendita con il volto coperto ed armati di pistola  seminandoo il panico all’interno dell’esercizio commerciale. Uno dei quattro si era messo a cavalcioni della vetrata di sicurezza, lasciando intendere al proprietario di essere disposto a tutto qualora non avesse aperto la porta di accesso verso l’area riservata. Il titolare, preoccupato per l’incolumità dei clienti presenti, li aveva lasciati entrare, permettendo loro di rubare contanti per 2 mila euro, schede telefoniche per 1.300 euro e “Gratta&vinci” per 150 euro.

All’esterno, però, un cittadino si era accorto di ciò che stava accadendo ed aveva appuntato parte della targa dell’auto con la quale la banda si era allontanata.

Da questo spunto investigativo  i poliziotti sono partiti incrociandolo con l’arresto di Benito Marino, il 22 gennaio del 2014 (pochi giorni dopo la rapina alla tabaccheria Maggiore) per una rapina ad un “tabacchi” di via Emilia a Palermo.

Subito dopo quell’arresto, i poliziotti scavarono nel recente passato criminale di Marino, individuandolo quale autore, anche della rapina alla tabaccheria “Maggiore” di Bagheria.

In questi giorni, al Gebbia quale secondo componente del commando di banditi della tabaccheria “Maggiore” , ma l'indagine non è affatto chiusa.


Al via, sindaco in testa, lo sgombero di stand abusivi di fruttivendoli in spazi pubblici

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Ci mette, come  si suol dire, la faccia, il sindaco di Bagheria Patrizio Cinque in quella che dovrebbe essere una operazione di ampio respiro e di lunga lena per  consentire alla fine di regolamentare i punti di vendita 'selvaggi' che proliferano in tutte le strade, con l'occupazione spesso arbitraria di suolo pubblico e senza alcuna regola e controllo sui prodotti venduti.

Nella giornata di martedì pomeriggio intorno alle 16.30 gli interventi sono partiti da via Città di Palermo, angolo cap. Giorgi Luigi; due pattuglie di agenti di Polizia municipale, con alla testa il sindaco, hanno obbligato S.S. commerciante di frutta, a togliere stand espositivi, cassette di frutta, pedane e quant'altro: il materiale è stato caricato su un mezzo del comune per essere portato via, ma nel frattempo sono arrivati alcuni amici e familiari del titolare per dargli man forte contro l'intervento dell'autorità.

Inevitabile qualche parola di troppo, toni esagitati, al punto da dovere richiedere anche la presenza della Polizia e dei Carabinieri, ma alla fine è tornata la calma.

Il sindaco è stato chiaro: noi vi offriamo una opportunità alternativa e sta a chi è stato costretto ai margini della legge farne l'uso opportuno; ma va detto che il 'piano commerciale' con il reperimento di 30 nuovi stand non convince gli ambulanti, che scelgono il posto dove 'insediarsi' in base a tutta una serie di criteri di 'mercato' e che vedono malvolentieri l'ipotesi di doversi allontanare dal posto che occupano abitualmente, sia pure in maniera abusiva, dove si sono creati anche una clientela stabile.

L'amministrazione sembra essere stavolta pronta a fare sul serio, ma come veniva fuori dal teso confronto di ieri pomeriggio se legalità deve essere che lo sia per tutti, ed è su questo punto che nei prossimi giorni si giocherà la partita.

Il terreno su cui sta lavorando l'amministrazione è estremamente complesso e controverso ed avrà ricadute pesanti sull'economia di  molte famiglie, per questo come ci permettemmo di suggerire inascoltati su altre questioni, per esempio quella del personale comunale, non può esistere la politica dei due pesi e delle due misure, perchè vorrebbe dire che il rimedio sarebbe peggiore del male che si vuole curare.

Se legalità deve essere che lo sia per tutti indistintamente, ed è chiaro di cosa parliamo; ma sull'argomento intendiamo ritornare.

 

Santa Flavia: giovane bagherese aggredisce una coppia di anziani per una mancata precedenza

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L'increscioso episodio si è verificato a Santa Flavia, nella mattinata di ferragosto, ma solo adesso se ne è avuta notizia.

Secondo una prima parziale ricostruzione la vicenda avrebbe avuto inizio in vicinanza del passaggio a livello di Santa Flavia, laddove l'auto dove viaggiava una coppia di anziani, A.V. di 79 anni l'uomche era alla guida, con accanto la moglie anche lei ultrasettantenne, provenendo da Porticello all'incrocio con la S.S. 113, a causa di una coda che si era formata dietro le sbarre, avrebbe omesso di dare la precedenza ad una auto sulla quale viaggiavano due giovani che provenivano da Casteldaccia.

Pare che l'auto del giovane dopo aver superato la linea ferrata si sia messa di traverso davanti all'auto degli anziani bloccandola e mentre il conducente si apprestava a scendere dall'auto per chiedere conto ragione di quella presunta mancata precedenza, l'anziano alla guida anzichè fermarsi ha superato il mezzo che tentava di bloccarlo, forse sfiorando il giovane che si accingeva  a scendere dall'auto.

Arrivato davanti la propria abitazione di Santa Flavia in via villa Oliva, i due anziani che erano stati seguiti dai due, sono stati letteralmente travolti dalla furia del giovane bagherese, che ha prima colpito l'uomo con un pugno in testa e, dopo avere ricevuto uno spintone dalla donna che si era lanciata a difendere il marito, ha creduto bene di dare due pugni in faccia alla donna che ha dovuto successivamente fare ricorso alle cure del Pronto soccorso, dove le hanno dato cinque punti di sutura per una  ferita al volto.

Di fronte a quella scena aberrante è scesa gente in strada che è riuscita a contenere la furia dell'aggressore; sono quindi accorsi l'ambulanza del 118 e i carabinieri della stazione di Santa Flavia che hanno raccolto la versione dei protagonisti.

Il giovane ha provato a giustificare il suo gesto dicendo di essere stato ferito al polso durante la prima fase del confronto e di non avere ricevuto assistenza da parte dell'anziano che lo avrebbe investito: ma i due coniugi hanno negato ai carabinieri  di non avere  recato alcun danno  nè di avere rivolto espressioni offensive all'indirizzo dei due ed hanno sostenuto che la ferita riportata dal giovane al polso sarebbe stata la conseguenza della caduta sulla ringhiera d'ingresso della loro abitazione, caduta questa sì, provocata da una spinta della signora che si era lanciata in difesa del marito peraltro cardiopatico con quattro by pass.

Ora al di là delle specifiche responsabilità che spetterà agli inquirenti accertare con l'ausilio anche delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona, ed inoltre perchè pare che la famiglia degli anziani si appresti a denunciare il giovane per l'aggressione, rimane il gesto inqualificabile di chi, sia pure in un momento d'ira, ha ritenuto 'normale' legittima difesa scagliarsi contro persone anziane e seriamente malate.

Imbrattata di vernice rossa, la piccola cappella di S.Anna e la croce, simboli di Sant'Elia

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Sono nell'immaginario collettivo il simbolo di questa minuscola comunità che in estate raddoppia i propri residenti e diventa luogo privilegiato della movida nostrana. E pare che il motivo del gesto vandalico, stando alle prime interpretazioni starebbe proprio là, in una movida notturna particolarmente fastidiosa ed ormai intollerabile per i residenti.

Tant'è che è nato un comitato civico, che ha prodotto un documento che proprio ieri è stato discusso in Chiesa a chiusura dei riti religiosi alla presenza di padre Francesco Lo Proto.

Nel documento si afferma che non è più possibile andare avanti così con schiamazzi e frastuoni notturni e impianti stereo a tutto volume ben oltre gli orari consentiti, con controlli sostanzialmente inesistenti che hanno creato una situazione di serio disagio per tanta gente che il mattino dopo deve svolgere la propria attività di studio o di lavoro.

L'accento viene posto sulla aleatorietà e inadeguatezza dei controlli: niente Vigili Urbani, niente Carabinieri, niente Polizia, niente di niente.

"Ormai - ci ha detto padre Lo Proto - Sant'Elia è una sorta di terra di nessuno, in cui ognuno fa quello che gli passa per la testa senza dovere rispondere e sottostare a norme e regolamenti; ed inoltre l'assenza dei controlli rende più arroganti e prepotenti quanti perseguono non il legittimo divertimento ma la prevaricazione sui diritti degli altri, approfittando della sostanziale assenza delle autorità"

Anche Lia Emmiti, stamane presente sul posto ha condannato il vile gesto specificando: "Non parlo da consigliere comunale, parlo da semplice residente e membro di questa comunità , e dico che questo atto palesemente minaccioso non ci impedirà di continuare a sostenere le ragioni dei residenti di Sant'Elia, che ritengono di avere diritto ad una dignitosa qualità della vita di giorno e di notte"

Non è la prima volta che la questione viene sollevata ma pare che ormai la misura sia colma, tant'è che la petizione nel giro di poche ore aveva raccolto quasi un centinaio di adesioni.

Stanotte qualcuno ha pensato, con la profanazione della croce  e della cappella, di mandare un messaggio palesemente intimidatorio al parroco e a quanti  si sono fatti portavoce delle esigenze della comunità Sant'Eliese; ma la reazione di forte indignazione e di solidarietà con le ragioni espresse dal Comitato civico che sta venendo fuori dalla gente comune  fa pensare che il calcolo si rivelerà sbagliato. 

L'amministrazione da parte sua si sta preparando a denuncia la profanazione ai Carabinieri  e ad intensificare i controlli, chiedendo nel contempo alle altre forze di polizia del territorio a fare altrettanto.

Commerciante cinese tenta di corrompere militari della GdF durante un controllo al proprio negozio

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I finanzieri del Gruppo Pronto Impiego di Palermo hanno arrestato in flagranza un cinese di 44 anni, Z.X., il quale, durante un controllo che una pattuglia stava eseguendo nei confronti del negozio gestito dalla moglie in Via Lincoln a Palermo, ha tentato di corrompere i militari mettendo nella tasca posteriore dei pantaloni di uno dei due 7 banconote da 50 euro l’una e aggiungendo “questi per offrirvi un caffè”

L’arresto è scattato immediatamente, unitamente al sequestro della somma di 350 euro. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, il responsabile è stato posto agli arresti domiciliari.

Le ulteriori operazioni di polizia condotte presso l’esercizio commerciale, un negozio destinato prioritariamente alla vendita di materiale elettrico ed informatico, hanno permesso di individuare diverse varietà di beni, alcuni palesemente contraffatti, altri pericolosi e destinati ad essere commercializzati in frode.

Sono stati pertanto sequestrati oltre 6.500 prodotti, tra orologi e accendini contraffatti, materiale informatico commercializzato in frode (tastiere, mouse, caricabatterie, cavi USB, prese a scart, webcam, cuffie), nonché, in ultimo, materiali elettrici confezionati ed etichettati in modo da ingannare l’acquirente in ordine alle caratteristiche qualitative del prodotto, risultando delle evidenti incongruenze tra le indicazioni presenti sulla confezione ed il prodotto ivi contenuto (ad esempio, la mancata coincidenza tra il voltaggio di una tipologia di lampadine con quello impresso nella relativa confezione).
 

Allerta tra i commercianti bagheresi: circolano banconote false da 100 euro

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L'ultimo episodio questa mattina intorno alle 10.30, allorchè un giovane di circa 23-25 anni di altezza media e di carnagione scura, è entrato tenendo in mano un casco nero all'interno di una nota attività commerciale di corso Umberto gestita da F.S.

Il giovane ha preso dei prodotti per un valore di 10 euro, ed al momento di pagare ha dato al commerciante una banconota da 100 euro, ricevendo 90 euro di resto, ma il commerciante ha avuto subito la percezione, non appena il giovane si è rapidamente avviato alla porta, che c'era qualcosa che non lo convinceva, ed allora ha controllato con maggiore attenzione la banconota ed ha capito di essere stato raggirato; è corso immediatamente fuori dal negozio ma è riuscito a vedere, e solo da lontano, il giovane che si era allontanato su una moto nera.

Si è immediatamente recato presso gli uffici del Commissariato per presentare denuncia; nel frattempo è venuto fuori che un episodio più o meno analogo era accaduto qualche giorno fa sempre in corso Umberto, e ad essere truffata era stata una commerciante, la quale però aveva preferito non presentare alcuna denuncia, ed il tam tam dei commercianti racconta di un altro caso accaduto sempre nei giorni scorsi. 

Informato del fatto, il responsabile della Confcommercio Italo Fragale, sta valutando l'opportunità di un comunicato che metta in stato di allerta i commercianti perchè possano vigilare con maggiore attenzione su questi tentativi.

In effetti è la prima volta dalle nostre parti che si tenta di rifilare banconote da 100 euro; circa due anni fa nella zona del mercatino erano stati scoperti dei truffaldini che con abilità rifilavano le banconote da venti euro false,  e poprio pochi giorni fa nel porto di Palermo, su una vettura proveniente da Napoli erano state equestrate migliaia di banconote false da 20 euro.

Occhio quindi !

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