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La Procura starebbe per aprire indagine sul riconoscimento delle pensioni di invalidità

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Secondo quanto riporta gds.it  in Procura 'sarebbero giunte informazioni ritenute molto attendibili su un presunto giro di mazzette legato al rilascio delle certificazioni per ottenere poi il riconoscimento della pensione di invalidità'.

Vittime sarebbero soprattutto persone anziane che medici in servizio in alcune strutture pubbliche avrebbero costretto a pagare una tangente in cambio della tanto agognata certificazione.

Ad occuparsene dovrebbe essere il pool coordinato dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci ( a sx nella foto).

Si ricorderà che appena due settimane fa una pediatra termitana ha incassato una mazzetta da 1.000 euro da una signora bagherese per garantire il buon andamento di una pratica di invalidità; in quella occasione gli agenti della polizia di stato di Bagheria erano riusciti a cogliere sul fatto la professionista arrestandola.

Il sitema corruttivoe che ede naturalmente coinvolti dei sanitari pare che sia diffuso: per questo scrive gds.it 'dal palazzo di giustizia, arriva anche l'invito alle potenziali vittime, a collaborare con i magistrati e le forze dell'ordine, perché denuncino eventuali irregolarità ed episodi di corruzione'.


Annullata dal GIP alla Flott di Aspra una multa di 800.000 euro

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La notizia viene pubblicata su livesicilia di oggi 1° luglio. I fatti risalgono al 2013 allorchè la Guardia di Finanza di Palermo aveva contestato alla FLOTT S.p.A. con sede ad Aspra, che lavora nel campo della produzione di acciughe e prodotti della pesca sott'olio, che un contratto stipulato tra la una cooperativa Asprense e l’azienda Flott, per le prestazioni di determinati servizi celasse, in effetti, un prestito di mano d’opera, vietato dalla Legge Biagi e, pertanto, definiva il contratto non genuino.

Due anni prima anche l'INPS aveva effettuato dei controlli  e non aveva però riscontrato alcuna irregolarità, ritenendo assolutamente legittimo il rapporto tra cooperativa e azienda.

Alla Guardia di finanza l'azienda aveva reiteratamente e con insistenza chiesto di astenersi dal rilievo totalmente e palesemente infondato. L’Agenzia delle Entrate di Palermo ha confermato i rilievi della guardia di finanza reclamando all'azienda imposte e sanzioni per circa 800.000 euro.

I sindacati avevano chiesto udienza al Prefetto di Palermo al quale avevano sottoposto il paradosso che due organi dello Stato la pensassero in maniera così diversa su una identica fattispecie e che ci sarebbe stata una ricaduta negativa sull'occupazione con il licenziamento dei lavoratori cui la Flott era stata di fatto obbligata.

altParallelamente si apriva un procedimento penale per evasione fiscale e fortunatamente per l'azienda non veniva disposto alcun sequestro per equivalente, non essendoci i presupposti di legge.

All'azienda non restava altro che ricorrere in Commissione tributaria dando mandato alla difesa tributaria allo 'Studio Dottori Commercialisti Errante di Palermo, Studio Integrato del network nazionale ACB Group S.p.A.' e nel contempo interrompeva il contratto di servizi che aveva come effetto immediato la perdita del posto di lavoro per 18 operai.

La Commissione Tributaria di Palermo nell'aprile del 2015 ha annullato l’avviso di accertamento dell’Agenzia delle Entrate rilevando che le conclusioni della guardia di finanza appaiono contraddittorie e che la asserita non genuinità del contratto di servizi non appare adeguatamente e sufficientemente provata.

Il gip di Palermo ha accolto la richiesta di archiviazione del pm della Procura della Repubblica.

Nel frattempo, ed in attesa della sentenza, la Flott dal 1° gennaio 2015 aveva proceduto alla riassunzione diretta dei 18 dipendenti della Cooperativa.

nella foto interno pagina Tommaso Tomasello, amministratore delegato della Flott

 


 

Annullata alla Flott di Aspra una multa di 800.000 euro ed il GIP archivia l'accusa di evasione

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La notizia viene pubblicata su livesicilia di oggi 1° luglio. I fatti risalgono al 2013 allorchè la Guardia di Finanza di Palermo aveva contestato alla FLOTT S.p.A. con sede ad Aspra, che lavora nel campo della produzione di acciughe e prodotti della pesca sott'olio, che un contratto stipulato tra la una cooperativa Asprense e l’azienda Flott, per le prestazioni di determinati servizi celasse, in effetti, un prestito di mano d’opera, vietato dalla Legge Biagi e, pertanto, definiva il contratto non genuino.

Due anni prima anche l'INPS aveva effettuato dei controlli  e non aveva però riscontrato alcuna irregolarità, ritenendo assolutamente legittimo il rapporto tra cooperativa e azienda.

Alla Guardia di finanza l'azienda aveva reiteratamente e con insistenza chiesto di astenersi dal rilievo totalmente e palesemente infondato. L’Agenzia delle Entrate di Palermo ha confermato i rilievi della guardia di finanza reclamando all'azienda imposte e sanzioni per circa 800.000 euro.

I sindacati avevano chiesto udienza al Prefetto di Palermo al quale avevano sottoposto il paradosso che due organi dello Stato la pensassero in maniera così diversa su una identica fattispecie e che ci sarebbe stata una ricaduta negativa sull'occupazione con il licenziamento dei lavoratori cui la Flott era stata di fatto obbligata.

altParallelamente si apriva un procedimento penale per evasione fiscale e fortunatamente per l'azienda non veniva disposto alcun sequestro per equivalente, non essendoci i presupposti di legge.

All'azienda non restava altro che ricorrere in Commissione tributaria dando mandato alla difesa tributaria allo 'Studio Dottori Commercialisti Errante di Palermo, Studio Integrato del network nazionale ACB Group S.p.A.' e nel contempo interrompeva il contratto di servizi che aveva come effetto immediato la perdita del posto di lavoro per 18 operai.

La Commissione Tributaria di Palermo nell'aprile del 2015 ha annullato l’avviso di accertamento dell’Agenzia delle Entrate rilevando che le conclusioni della guardia di finanza appaiono contraddittorie e che la asserita non genuinità del contratto di servizi non appare adeguatamente e sufficientemente provata.

Il Gip di Palermo ha accolto la richiesta di archiviazione del pm della Procura della Repubblica.

Nel frattempo, ed in attesa della sentenza, la Flott dal 1° gennaio 2015 aveva proceduto alla riassunzione diretta dei 18 dipendenti della Cooperativa.

nella foto interno pagina Tommaso Tomasello, amministratore delegato della Flott

 


 

Giorno di pagamento delle pensioni: la Polizia effettua controlli nei pressi degli Uffici postali

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Hanno ormai obiettivi mirati gli interventi di controllo del territorio che ormai da diversi mesi e con elevata frequenza la Polizia di Stato di Bagheria, rinforzata da unità del Reparto prevenzione crimine della Questura di Palermo, esercita sul territorio di competenza.

Il sabato sera per prevenire eventuali rapine ai commercianti, azioni di  'setaccio' in alcune aree del territorio considerate a rischio;  ieri invece 1 luglio data di pagamento delle pensioni è stata svolta attività di prevenzione e vigilanza in vicinanza degli Uffici postali.

Nella giornata di ieri 1° luglio due volanti del Commissariato di P.S. di Bagheria e cinque unità operative da Palermo, circa 25 uomini in tutto, agli ordini del dirigente, dr. Francesco Fucarini, hanno lavorato con l'obiettivo di rendere il più possibile sicuro il prelievo delle pensioni da parte dei cittadini, cercando di individuare soggetti potenzialmente pericolosi che stazionassero nei pressi degli uffici postali di Bagheria ed Aspra.

Nell'occasione sono stati identificata circa 50 eprsone, controllati 30 veicolied elevate 20 contravvenzioni. Quasi dieci i mezzi posti sotto sequestro, 5 autovetture e 4 motoveicoli, per mancanza della polizza di copertura assicurativa, mentre alrre 4 vetture sono stae sottoposte a sopsensione dalla circolazione perchè non avevano effettuato la prevista revisione periodica.

Nell'area di  parcheggio antistante l'Hotel Kafara inoltre sono sati sanzionati con multe da 771 euro due posteggiatori abusivi, palermitani, di 38 e  28 anni.

L'obiettivo è di dare continuità a questa azione di prevenzione che in base ai report sulla frequenza dei reati sta cominciando a dare concreti risultati.

Trabia: i CC arrestano coppia di fidanzati per detenzione e cessione di stupefacenti

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A Trabia i Carabinieri della locale Stazione hanno arrestato due persone per detenzione e cessione di sostanza stupefacente.

I militari dell’Arma notavano nei pressi dell’abitazione di INDRICCHIO Alessandro classe 1989, sottoposto al regime degli arresti domiciliari, la presenza di un giovane ragazzo del luogo. Quest’ultimo sostava per pochi minuti in quell’area, quando ad un tratto INDRICCHIO si affacciava dal balcone della sua abitazione e gettava un involucro che veniva immediatamente raccolto dal giovane che, dopo averlo occultato nelle parti intime, proseguiva verso il centro del Paese.

Immediatamente dopo i Carabinieri, decidevano di fermarlo e di sottoporlo a perquisizione personale accertando che negli slip nascondeva 10 grammi di sostanza stupefacente del tipo hashish. Lo stesso veniva successivamente segnalato come assuntore alla Prefettura di Palermo.

Dopo poco i militari decidevano di estendere la perquisizione presso l’abitazione di INDRICCHIO con l’ausilio delle unità cinofile, nel frattempo sopraggiunte.
All’interno dell’abitazione veniva trovata la compagna dell’Indricchio, identificata in P.m. classe 1992, la quale consegnava spontaneamente circa 70 grammi di hashish, che occultava anch’essa negli slip.

All’interno dell’abitazione veniva ancora, rinvenuto, un bilancino ed il materiale atto alla pesatura ed al confezionamento della sostanza stupefacente.

Sulla base delle risultanze investigative raccolte, i due fidanzati venivano accompagnati in Caserma e terminate le formalità di rito, dichiarati in stato di arresto per detenzione e cessione di sostanza stupefacente in concorso.

Gli arresti venivano convalidati dal Giudice delle indagini preliminari che disponeva la custodia cautelare in carcere per INDRICCHIO e l’obbligo di dimora nel Comune di Trabia per la sua compagna.
 

I CC di Bagheria e Baucina arrestano un pusher a Palermo: indosso ha una somma ingente, 19.000 euro

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Aveva trasformato la propria camera da letto in un vero e proprio market della droga dove numerosi consumatori si rifornivano quotidianamente. Con l’accusa di spaccio e detenzione illegale di sostanze stupefacenti e psicotrope è finito in manette Lo Presti Giovanni Francesco nato a Palermo, classe 1984 ivi residente nel quartiere San Lorenzo.

I Carabinieri della Stazione di Baucina e del Nucleo Operativo della Compagnia di Bagheria già da tempo controllavano l’abitazione del giovane pusher che, per eludere eventuali controlli delle forze dell’ordine svolgeva la propria attività di spaccio dall’interno della propria abitazione ubicata al piano terreno, protetta da porte blindate e cancellate alle finestre, attraverso le quali cedeva le dosi richieste dai numerosi “clienti”.

Proprio durante l’attività di cessione i Militari dell’Arma sono riusciti a fare irruzione all’interno dell’appartamento del soggetto prima che questi potesse accorgersi della loro presenza disfacendosi degli stupefacenti detenuti. I Carabinieri si sono trovati di fronte ad un vero e proprio market della droga sequestrando circa 800 grammi di sostanze stupefacenti di varia tipologia, suddivise già in dosi pronte per la cessione.

Oltre a Marijuana e Hashish, i Militari hanno sequestrato un ingente quantitativo di cristalli di “MDMA” una metanfetamina dagli spiccati effetti eccitanti ed allucinogeni che si assume talvolta con superalcolici che esaltano maggiormente i pericolosi e talvolta devastanti effetti di questa droga sintetica. Al giovane sono stati sequestrati anche € 19.000 in banconote di vario taglio ed il materiale utilizzato per il taglio la pesatura ed il confezionamento delle dosi.

L’uomo sottoposto a giudizio direttissimo è stato condannato dal Tribunale Monocratico di Palermo ad anni 2 di reclusione ed € 4.000 di multa, con sospensione condizionale della pena. Confiscata l’ingente somma di denaro
 

La DIA esegue maxi sequestro di beni per un miliardo e 600 milioni a Virga, re del calcestruzzo

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La Direzione Investigativa Antimafia di Palermo, nella mattinata odierna, sta ultimando un ingente sequestro nei confronti di noti imprenditori del settore del calcestruzzo, originari della provincia di Palermo, legati al mandamento di Corleone.

Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Palermo – Sez. Misure di Prevenzione, ancora in fase di esecuzione, scaturisce da una proposta d’iniziativa del Direttore della D.I.A. e riguarda beni per un ammontare di oltre un miliardo e 600 milioni di euro.

L’operazione è stata messa a segno dagli investigatori della Dia ai danni delle imprese del gruppo trust riconducibili alla famiglia di Gaetano Virga imprenditore del settore calcestruzzi con sede a Marineo. Si tratta di beni immobili e mobili registrati, rapporti bancari e imprese intestati ai fratelli Virga ovvero Carmelo, Vincenzo, Anna, Francesco e Rosa.

In passato peraltro proprio Gaetano Virga aveva presentato numerose denunce contro il racket delle estorsioni. Le sue testimonianze avevano consentito di arrestare cinque persone ritenute i capimafia e gli esattori di Misilmeri. Nell’operazione dei carabinieri finirono in manette Francesco Lo Gerfo ritenuto il capomafia di Misilmeri, e Stefano Polizzi, presunto estorsore sul quale si sono concentrate le testimonianze, portò anche allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Misilmeri.

Nel 2010, tra maggio e novembre, proprio Polizzi avrebbe chiesto il pizzo proprio al cantiere edile di Virga minacciandolo ”Ricordati che hai dei figli, mi hanno detto”, aveva riferito Virga agli investigatori.

Una testimonianza del nipote del Virga avrebbe riscontrato in qualche modo le accuse a Polizzi.

“Quando Polizzi è venuto nei nostri uffici – aveva detto – ha affrontato mio zio molto animatamente. Li ho visti discutere da una finestra all’interno della nostra azienda a Marineo. Nella zona – aveva aggiunto Virga – tutti sapevano quello che faceva Polizzi. Mio zio l’ha mandato via dicendogli che non avrebbe avuto un centesimo, ma si è ripresentato successivamente”. Virga da quel momento era diventato un simbolo. Uno degli imprenditore coraggio e antiracket e aveva avuto il sostegno delle associazioni Addiopizzo, Libero Futuro e Fai.

 

Bagheria: ma la vicenda del cimitero come è andata a finire ?

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Fu uno dei momenti peggiori, lo ricordiamo, per la nostra comunità, anche perchè il comunicato diffuso allora dai Carabinieri nella sua crudezza non lasciava spazio alla fantasia: "Centinaia di bare erano accatastate tra il muro perimetrale e alcune cappelle private, a ridosso delle quali vi erano, ancora fumanti, le braci di fuochi che, durante la notte, avevano incendiato anche resti umani e ossa".Ed ancora.

I Carabinieri, coordinati dalla Procura di Termini Imerese, procedono per i reati di “vilipendio, soppressione di cadavere, danneggiamento seguito da incendio e gestione incontrollata di rifiuti speciali”.

Questi sono solo alcuni dei passaggi del comunicato su quella che era una vicenda che solo politici felloni ('si tratta solo di reati ambientali legati allo smaltimento dei materiali che compongono le casse da morto' fu una delle giustificazioni a caldo) e qualche pennivendolo corifeo del potente di turno cercarono disperatamente quanto inutilmente di minimizzare, ma che gettò nello sdegno e nello sgomento un'intera comunità.

Lì per lì furono iscritti nel registro degli indagati i tre dipendenti comunali presenti al momento del blitz al cimitero.

Ricordiamo la vera e propria indignazione popolare, i bagheresi residenti che si affollavano al cimitero e che cercavano di sincerarsi della sorte dei propri defunti ed i bagheresi che dal resto d'Italia o, ancora di più dall'estero, telefonavano ai parenti  a Bagheria  chiedendo spiegazioni e dettagli.

Fu quello il momento topico, allorchè prese corpo l'autentico tsunami che trascinò via quanto restava della vecchia politica, collusa, confusa e balbettante, responsabile di avere aumentato a dismisura tasse e imposte avendo avuto però cura soprattutto di tutelare le proprie indennità ( ripensiamo alla precipitosa  delibera di giunta di agosto 2013, immediatamente successiva alla sentenza della Corte costituzionale che giudicava non applicabile in Sicilia il decreto Monti che riduceva le indennità degli eletti) che apriva le porte di palazzo Butera al MoV 5 stelle e a Patrizio Cinque.

Il MoVimento 5 stelle seppe cavalcare lo sdegno popolare, seppe indicare una via di cambiamento radicale: lo stesso sindaco neoeletto Patrizio Cinque in una delle prime sedute del consiglio comunale ebbe a dire:"Anche il mio nipotino di sette anni capirebbe che in una città dove nel 2013 sono state tumulate 430 persone e comprati solo 230 loculi, c'è qualcosa che nei conti non torna."

Con la promessa che sarebbe stata fatta piazza pulita dei responsabili e chiarezza su quanto accaduto, si comincia ad  indagare sugli anni 2014 (allora in corso) e sul precedente 2013: si scopre che nel comune di Bagheria in quell'anno, il 2013 appunto, ci sono stati 473 decessi, ma di questi solo la tumulazione di 240 salme è stata regolarmente eseguita, mentre per le altre mancavano i necessari riscontri contabili.

Naturalmente anche gli incassi per il comune risultavano essere sostanzialmente inferiori alle 'previsioni'; c'era pertanto un  danno alle casse comunali non indifferente, già per il 2013.

Si apprenderà poi  che attorno al cimitero di Bagheria giravano due indagini: la prima della Direzione Investigativa Antimafia che partiva dalle dichiarazioni di Sergio Flamia, che riferiva di una particolare attenzione di cosa nostra sulle vicende del cimitero da almeno dieci anni a questa parte, mentre la seconda veniva, e viene, condotta dalla Procura di Termini Imerese che era partita dalla  segnalazione di fumi neri e maleodoranti, dalle origine non chiare, che fuoriuscivano dall'area del cimitero dopo la chiusura serale.

altOgnuna delle due indagini andava e continua ad andare avanti autonomamente.

Il comune anche se il periodo era di delicato passaggio da una amministrazione ad un altra fece il proprio dovere; nei primi mesi l'amministrazione Cinque riesce a fare un lavoro eccellente, perchè vengono chiamati e interrogati i familiari di tutti i defunti del 2014 per i quali non esisteva una corretta documentazione circa le procedure e i pagamenti  connessi alle tumulazioni.

Durante questi interrogatori, svolto da dipendenti comunali rigorosi all'uopo destinati, vengono fuori le risposte più diverse e si scoprono i retroscena più inquietanti; anche se c'era stato nella massa qualche caso di defunto assolutamente povero e quindi assistito dalla mano pubblica e qualche altro isolato caso  di ospitalità presso tombe di famiglie, di parenti e amici, la gran parte delle persone ascoltate riferiva però di avere pagato e qualcuno produceva addirittura dei riscontri di bollettini di pagamento con timbri di importanti banche.

In effetti avevano veramente pagato, ma a chi ? e qua sta il problema.

La maggior parte specificava che il pagamento era avvenuto ai responsabili di agenzie di pompe funebri che si erano impegnati a curare loro personalmente il disbrigo degli adempimenti per la tumulazione.

Fatto sta che quei soldi dati 'brevi manu' ai titolari dell'agenzia non erano però mai approdati al comune, e pare, diciamo pare, che su quei bollettini con tanto di bollo delle banche ci fosse più di qualche dubbio sulla loro veridicità, anzi addirittura in qualche caso sarebbe stata accertata la contraffazione.  

Successe come è facilmente comprensibile un parapiglia, perchè la gente che viene sollecitata dal comune  a pagare il dovuto torna dai propri 'interlocutori funerari' e pretende o la restituzione delle somme o che i loro referenti si rechino al comune a sistemare la pratica.

Va detto però che le dichiarazioni più circostanziate, laddove vengono fatti con precisione e dovizia di particolari nomi, cognomi e circostanze, vengono trasmesse con molta correttezza dall'ammnistrazione comunale, proprio perchè  in presenza di una 'notitia criminis', alla Procura di Termini Imerese, che ha naturalmente in questi mesi proceduto agli interrogatori per riscontrare le accuse, e pare che, concluse le indagini preliminari, si prepari a chiedere dei provvedimenti.

La domanda che in molti ci poniamo però è anche un'altra: perchè l'indagine interna del comune si è fermata al 2013 ? quello era solo il momento conclusivo per una pratica illecita di tumulazioni di morti anche provenienti da Palermo, che durava da tempo e che anche nell'interesse del comune l'indagine amministrativa avrebbe dovuto essere portata sino in fondo.

Si dice che l'incendio del tardo pomeriggio del 27 giugno 2014 distrusse la gran parte degli archivi del cimitero, ma qualcuno informato sostiene però che i registri del 2011 e del 2012 erano già stati in qualche modo acquisiti, e ci sarebbe stata pertanto la possibilità di procedere a ritroso con i controlli sugli anni precedenti.

Si è andati avanti ? e se, come pare, tutto si è bloccato, perchè questo è avvenuto? Sarebbe opportuno che l'amministrazione, al di là dei procedimenti penali, presentasse al consiglio e ai cittadini i risultati dell'indagine amministrativa interna.

Si ha come l'impressione, ma potremmo e vorremmo sbagliarci, che l'encomiabile attivismo che manifestò l'amministrazione appena insediata, sindaco Patrizio Cinque e assessore Laura Maggiore in testa, abbia perso di slancio.

E' troppo chiedere che vengano quindi rese pubbliche le conclusioni dell'indagine amministrativa interna del comune, che spieghi cosa è realmente accaduto, per responsabilità di chi, e che specifichi anche l'ammontare del danno economico ricevuto dalla comunità e cosa si sta facendo per il recupero delle somme, e soprattutto serva anche a rassicurare l'opinione pubblica che le cose al cimitero siano veramente cambiate.

Angelo Gargano


Identificato il minore che da 4 giorni viveva ad Aspra senza fissa dimora

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Il giovanissimo poco più che quindicenne, da quattro giorni viveva ad Aspra come un barbone: trascorreva le giornate in vicinanza del mare, mangiava quel pò che qualche anima caritatevole gli offriva al bar e la sera dormiva o in spiaggia o sotto il palchetto montato in piano Stenditore per gli eventi.

Quando intorno alle 10 di stamattina gli operatori della Polizia municipale lo hanno fermato per identificarlo, sono rimasti colpiti dal suo modo di porgersi: parlava in perfetto italiano, modi cortesi ed estremamenti rispettosi, solo che all'inizio aveva cominciato a dare informazioni fuorvianti e inesatte sulla sua identità e sui reali motivi della sua presenza ad Aspra.

Nel gruppo di vigili urbani che da un paio d'ore seguono la vicenda ci sono anche due donne, che pian piano sono riuscite a conquistare la fiducia  del ragazzino e sono arrivate a capo della situazione.

Il giovane R.F., 15 anni a marzo, si era allontanato quattro giorni fa da una comunità di recupero palermitana ed aveva trovato 'ospitalità' ad Aspra dove pare avesse anche conosciuto una ragazzina che in qualche modo gli teneva compagnia.

Il giovane essendo stato per quattro lunghi giorni continuamente esposto al sole presentava sintomi di scottature solari e ferite ai piedi. Con grande umanità e professionalità gli agenti di Polizia municipale, egregiamente coordinati dal tenente Salvatore Pilato, dopo averlo rifocillato lo hanno accompagnato alla Guardia medica, ed adesso si attende l'arrivo dei genitori del ragazzo che sono già stati avvisati.

Un autoarticolato rimane incastrato all'incrocio di viale S.isidoro

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Da tempo i residenti segalano criticità nella stradina comunale S Isidoro 3° che collega il corso Baldassare Scaduto con il viale S.Isidoro, dove hanno sede diversi importanti stabilimenti per la produzione d acciughe e tonno sott'olio.

Difficoltà legate alla ristrettezza della sede stradale, del mancato rispetto del limite di velocità (30 Km/h), del fatto che pur essendo la sosta non vietata, accade che se un auto viene parcheggiata nela sede stradale, non appena arriva un autoarticolato il transito risulta bloccato.

E di autoarticolati da quella strada ne passano tanti e spesso, anche perchè vanno a caricare prodotto finito o ascaricare semilavorati nelle aziende di salato: una soluzione alternativa è quasi impossibile trovarla, perchè gli accessia viale S.Isidoro sono tutti più o meno rpoblematici.

C'è però un inconveniente che accade spesso ed al quale con piccoli accorgimenti si potrebbe porre ripareed eviatre quello che è accaduto stamane poco prima delle nove, allorchè un autoaarticolato che stava immettendosi in villa e S.Isodoro, provenendo appunto dalla comunale S.Isidoro 3 è rimasto letteralmente incastrato e senza riuscire a fare più alcuna manovra nè avanti nè indietro.La motrice non aveva più alcuno spazio davanti e si era incastrata anche perchè aveva tentato una marcia indietro per guadagnare spazio.

altC'è voluto del tempo, sono dovuti intervenire i Vigili urbani e dopo avere spezzato un palo di legno che regge dei fili elettrici e buttato giù un muretto, il lungo mezzo è riuscito a ricavarsi lo spazio per uscire dalla trappola in cui si era andato a cacciare. 

I residenti ci dicevano che non è la prima volta che questo accade; a qualche rimedio di pronto accomodo si potrebbe pensare, livellando il tratto iniziale di marciapiedi di via S.Isidoro con la sede stradale, in modo da dare un paio di metri in più di manovra e soprattutto eliminare quel palo di legno, decisione a questo punto inevitabile, retrocedendolo di quel tanto che renda non problematica una eventuale  manovra di retromarcia.

E poi ascoltare i residenti su una soluzione più definitva che potrebbe essere o un senso unico o un divieto di sosta, o altri accorgimenti che evitino i disagi quotidiani, (compreso quella dell'alta velocità con cui transitano alcuni sconsiderati), di quanti, e sono tantisimi, utilizzano questa piccola scorciatoia per andare ad Aspra.

Foto di copertina Nino Russo

Il tentato furto del filtro della 'piscina' dell'Oratorio della Chiesa di S.Antonio

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Se parliamo del furto, solo tentato, del filtro di una 'piscina' precaria di una quindicina di mq. sistemata negli spazi dell'oratorio della Chiesa di Sant'Antonio, lo facciamo soprattutto per mettere a confronto la 'cialtroneria' di un gesto così meschino e miserabile, con la 'grandezza' ci si passi il termine, dell'impegno che profondono decine e decine di volontari, delle parrocchie soprattutto, per cercare di dare in questo periodo d'estate un pò di svago e divertimento ai bambini meno fortunati. 

Chi ha cercato di rubare il filtro a sabbia di una piscinetta di plastica è purtroppo una persona povera soprattutto di mente e di dignità più che di soldi: come si dice nella nota diffusa dagli animatori che riferiscono del 'fatto increscioso  accaduto nella notte tra sabato e domenica, vigilia dell'inizio del Summer Camp - Grest 2015, che si realizza nella Parrocchia di Sant'Antonio, risulta essere un vile atto risulta e segno di inciviltà e di non rispetto nei confronti di una comunità che si mette al servizio, in questo caso, dei più piccoli. Ci auguriamo che questo gesto sia frutto di una bravata di ragazzini e non di un vero e proprio tentato furto'.

Ce lo auguriamo anche noi, perchè non riusciamo a pensare che esistano persone che per qualche decina di euro, vorrebbero togliere la gioia e il sorriso ad oltre un centinaio di bambini.

Sono 150 infatti i bambini che frequenteranno dalla 9.00 alle 12.30 del mese luglio il 'SummerCamp - Grest 2015' che si concluderà il 1 di agosto.

Le preghiere mattutine, un pò di catechesi, lo spettacolo di drammatizzzione e animazione teatrale che avrà come canovaccio tre temi evengelici, a partire dalle nozze di Cana, e poi giochi d'acqua, svaghi e passatempi curati dagli instancabili animatori volontari.

altVedere tutti questi bambini guidati dalle amorevoli cure dei ragazzi della GIF  ( Gioventù italiana francescana) o dei semplici collaboratori della Parrocchia, è qualcosa che fa bene  al cuore. 

Oggi è doveroso dirlo, quelle religiose sono le uniche strutture organizzate che cercano di dare sollievo a chi ha di meno: succede alla Chiesa del Sepolcro, dove ogni mattino viene offerta la colazione a decine di persone bisognose, grazie all'impegno dei parrocchiani e alla generosità di alcuni bar della zona, succede nelle Parrocchie di S.Giovanni Bosco e di S.Antonino, succede presso le Caritas, succede alla Mensa di solidarietà; ovunque chi ha sensibilità e umanità trova tempo e modo di mettersi a disposizione degli ultimi.

Una Bagheria nobile di cuore e modesta che non cerca nè citazioni nè vetrine, ma che sta contribuendo a dare una mano decisiva per superare uno dei momenti più difficili per la nostra comunità

Bagheria: rapina a mano armata a due portavalori allo svincolo autostradale, bottino di 15.000 euro

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Erano circa le dodici di oggi quando a bordo di uno scooter due individui che indossavano il casco integrale in vicinanza dello svincolo autostradale hanno 'traccheggiato' sino a bloccare una vettura a bordo della quale si trovavano  addetti al ritiro degli incassi dai punti SNAI.

I due passeggeri dell'auto erano collaboratori che avevano appena ritirato gli incassi prelevati presso le Agenzie bagheresi: uno dei due uomini è sceso dallo scooter e minacciandoli con una pistola ha preteso che gli venisse consegnata la borsa con gli incassi ritirati; dopodichè i due si sono rapidamente dileguati facendo perdere le loro tracce.

C'è da presumere che i rapinatori abbiano seguito le vittime sin dall'agenzia SNAI.

E' stato subito chiamato la volante della Polizia che sta procedendo agli adempimenti di rito.

 

Donna denunciata, sequestrati 5 mezzi, ritrovata droga in una operazione di controllo del territorio

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Continuano le ormai quasi settimanali operazioni di setaccio del territorio, portate avanti dalle pattuglie della Polizia di Stato di Bagheria, rinforzata come accaduto nel pomeriggio dello scorso venerdì 10 luglio da quattro unità del Reparto prevenzione crimine della Questura di Palermo.

Una ventina di uomini e donne che hanno controllato 35 automezzi, identificato 50 persone, elevato 10 multe, denunciato 2 persone per guida senza patente e ritirato 4 libretti di circolazione per mancata revisione del veicolo.

Cinque i mezzi posti sotto sequestro, un auto e 4 motoveicoli.

Durante lo svolgimento dell'operazione gli agenti hanno intimato l'alt a una coppia su uno scooter che stazionava nei pressi della piazzetta Franz List contigua ai locali del Poliambulatorio dell'ASL.

La donna T.G. di 20 anni è stata fermata, identificata  e dopo perquisizione, si è scoperto avere indosso delle dosi di hashish e marijuana già confezionati per la vendita. E' stata segnalata in Prefettura e denunciata alla Procura di Termini Imerese per la detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti.

Inoltre nel pomeriggio di sabato 11 luglio la volante che si trovava in vicinanza della piazzetta Vittime della Mafia (zona Padre Pio), hanno notato dei giovani che alla vista della Polizia si sono rapidamente disfatti di alcuni involucri allontanandosi precipitosamente.

La Polizia ha recuperato presso una aiuola alcuni confezioni di hashish; non si è però riuscito ad indentificare i giovani.

Bagheria: auto si capovolge dopo l'urto con un'altra vettura

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L'incidente, spettacolare per la dinamica, per fortuna non ha avuto alcuna conseguenza per il conducente dell'auto investitrice P.C. di 75 anni: l'uomo a bordo della propria Toyota Yaris intorno alle dieci di oggi stava percorrendo via Filippo Buttitta a Bagheria in direzione centro città, quando arrivato proprio davanti l'Istituto comprensico 'L.Pirandello', ha urtato, forse perchè qualcuno che proveniva in senso contrario lo ha costretto a 'stringersi' verso il marciapiedi, una Lancia Ypsilon posteggiata proprio all'angolo.

La Toyota secondo una prima sommaria ricostruzione fatta in base agli elementi frammentari raccolti dopo l'urto che ha danneggiato la Ypsilon , è sbandata verso la propria sinistra, ed è probabile che, a questo punto, una precipitosa sterzata del conducente per tentare il 'rientro' nella propria corsia abbia provocato un effetto di sovrasterzo dovuto alla manovra repentina: da qui il capovolgimento della vettura.

L'uomo è stato estratto dall' auto adagiatasi su una fiancata ed era stordito e palesemente sotto choc; è stata chiamata l'ambulanza del 118 il cui personale ha assistito sul luogo dell'incidente l'uomo che si è via via  lentamente ripreso, per cui non si è reso necessario alcun ricovero.

Ad intervenire anche una pattuglia di Polizia municipale.

Qualche giorno fa esattamente nello stesso punto un auto aveva travolto due collaboratori scolastici della scuola 'L.Pirandello' che stavano attraversando la strada, ferendone uno piuttosto seriamente.

Scoperta dai Carabinieri piantagione di cannabis in territorio di Ventimiglia di Sicilia

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E’ accaduto nei giorni scorsi quando i Carabinieri delle Stazioni di Ventimiglia di Sicilia e di Baucina (PA), hanno tratto in arresto due palermitani, LOTA’ Salvatore, classe 1959 e GREGOLI Michele, classe 1989, sorpresi in contrada “Cascio” all’interno di un terreno demaniale situato lungo il greto del fiume San Leonardo, esteso per circa 1.000 mq.

Sullo stesso appezzamento di terreno era stata realizzata una fiorente coltivazione di “cannabis indica”.

I militari sorprendevano il LOTA’ e il GREGOLI, entrambi volti noti alle forze dell’ordine per reati specifici, intenti ad azionare un impianto di irrigazione costruito “ad hoc”, che consentiva il pescaggio dell’acqua direttamente dal fiume per mezzo di due pompe idrauliche alimentate a gasolio, il tutto posto sotto sequestro.

All’esito del sopralluogo i militari dell’Arma rinvenivano circa 1.000 piante di “cannabis indica sativa” di altezza variabile tra un metro e due metri che nel giro di poche settimane sarebbe stata raccolta, in grado di fruttare ai due arbitrari produttori con il pollice verde diverse decine di migliaia di euro.

Dopo la campionatura, a cura di personale specializzato del L.A.S.S. Carabinieri di Palermo, per stabilire l’esatto principio attivo della sostanza stupefacente. Tutta l’intera piantagione è stata estirpata dal fondo per la successiva distruzione a mezzo fuoco.

Gli arrestati, su disposizione della competente Autorità Giudiziaria presso la Procura di Termini Imerese (PA), sono stati dapprima associati presso la Casa Circondariale “Cavallacci” di quel centro, in attesa della convalida del G.I.P. conclusasi nella mattinata odierna, con l’applicazione per entrambi i prevenuti della misura cautelare degli arresti domiciliari.


Trabia: i CC arrestano coppia di fidanzati per detenzione e cessione di stupefacenti

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A Trabia i Carabinieri della locale Stazione hanno arrestato due persone per detenzione e cessione di sostanza stupefacente.

I militari dell’Arma notavano nei pressi dell’abitazione di INDRICCHIO Alessandro classe 1989, sottoposto al regime degli arresti domiciliari, la presenza di un giovane ragazzo del luogo. Quest’ultimo sostava per pochi minuti in quell’area, quando ad un tratto INDRICCHIO si affacciava dal balcone della sua abitazione e gettava un involucro che veniva immediatamente raccolto dal giovane che, dopo averlo occultato nelle parti intime, proseguiva verso il centro del Paese.

Immediatamente dopo i Carabinieri, decidevano di fermarlo e di sottoporlo a perquisizione personale accertando che negli slip nascondeva 10 grammi di sostanza stupefacente del tipo hashish. Lo stesso veniva successivamente segnalato come assuntore alla Prefettura di Palermo.

Dopo poco i militari decidevano di estendere la perquisizione presso l’abitazione di INDRICCHIO con l’ausilio delle unità cinofile, nel frattempo sopraggiunte.
All’interno dell’abitazione veniva trovata la compagna dell’Indricchio, identificata in P.m. classe 1992, la quale consegnava spontaneamente circa 70 grammi di hashish, che occultava anch’essa negli slip.

All’interno dell’abitazione veniva ancora, rinvenuto, un bilancino ed il materiale atto alla pesatura ed al confezionamento della sostanza stupefacente.

Sulla base delle risultanze investigative raccolte, i due fidanzati venivano accompagnati in Caserma e terminate le formalità di rito, dichiarati in stato di arresto per detenzione e cessione di sostanza stupefacente in concorso.

Gli arresti venivano convalidati dal Giudice delle indagini preliminari che disponeva la custodia cautelare in carcere per INDRICCHIO e l’obbligo di dimora nel Comune di Trabia per la sua compagna.
 

I Carabinieri scoprono 'fabbrica' di falsi invalidi: 17 ordinanze di custodia per truffa all'INPS

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Da stamane, i Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo sono impegnati nell’esecuzione di 17 misure cautelari emesse dall’ufficio G.I.P. del Tribunale di Palermo, nei confronti di appartenenti ad un’associazione in grado di far ottenere pensioni d’invalidità a persone non in possesso dei requisiti di legge, talvolta accompagnate presso le commissioni mediche da false badanti a loro volta già indebitamente riconosciute invalide.

Si tratta della conclusione di una complessa attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo che ha consentito di accertare truffe ai danni dell’INPS per 1 milione e 500 mila euro.

Gente che per anni e anni ha incassato una pensione. I finti malati si sono spacciati per cardiopatici, diabetici, ipovedenti o schizofrenici. L'istituto nazionale di previdenza sociale ha dato il via libera a pensioni risultate frutto dell'imbroglio. Ecco perché si tratta del primo step investigativo. I futuri accertamenti dovranno scovare eventuali complicità all'interno delle commissioni che hanno valutato le condizioni di salute dei cittadini.

Gli indagati, l'inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Dino Petralia e dal sostituto Roberto Tartaglia, sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Gli organizzatori del raggiro in cambio dell'aiuto per gabbare l'Inps avrebbero chiesto e ottenuto una quota mensile sugli assegni di invalidità o le indennità di accompagnamento che avrebbero fatto ottenere, oppure una percentuale sugli arretrati incassati dai finti invalidi.

Circa un mese fa era stata arrestata in flagranza di reato dagli uomini della Polizia di Stato di Bagheria una pediatra termitana, Domenica Randazzo, mentre intascava presso il proprio studio una tangente di 1000 euro richiesta per potere riconoscere ad una donna i requisiti di invalidità. Da questo arresto hanno tratto alimento indagini che la Procura di Palermo portava avanti da tempo per smascherare queste truffe ai danni dell'Inps e dei cittadini.

 

Operazione Malati immaginari: individuati 25 falsi invalidi. I nomi dei soggetti incriminati -VIDEO

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Nella mattinata, i Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo, al termine di una complessa attività di indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica (Procuratore Capo dott. Francesco LO VOI, Procuratore Aggiunto dott. Bernardo PETRALIA e Sostituti Procuratori dott.ssa Annamaria PICOZZI e dott. Roberto TARTAGLIA), hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo nei confronti di 18 soggetti (3 carcere, 3 arresti domiciliari, 12 obblighi di presentazione alla P.G.), ritenuti a vario titolo responsabili dei reati di associazione per delinquere (art. 416 c.p.) finalizzata alla commissione di più delitti di falso materiale in atto pubblico (artt.478 - 482 c.p.) e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640-bis c.p.), tutti finalizzati a far ottenere illecitamente a terzi soggetti, non in possesso dei requisiti richiesti, i benefici economici previsti dalla legge in favore degli invalidi civili.

Le indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo e dirette dalla Procura della Repubblica, sono state avviate nel febbraio 2014, a seguito degli accertamenti sviluppati su di un tentativo di estorsione posto in essere da una donna che, avendo acquisito la disponibilità di un’abitazione dall’ex compagno TANTILLO Giovanni, aveva illecitamente sottratto copiosa documentazione medica contraffatta pretendendo denaro per la sua restituzione.

Al vertice dell’associazione è stato individuato CINA’ Giuseppe,[1] nullafacente, pluripregiudicato, già tratto in arresto per analoghi reati nel giugno 2007 e attualmente sottoposto alla detenzione domiciliare. CINA’ procacciava in prima persona i “clienti” e svolgeva opera di raccordo dell’attività degli altri intermediari, concordando preventivamente le modalità di commissione delle condotte illecite, formando gli atti sanitari falsi e svolgendo funzioni di costante assistenza nei confronti dei beneficiari nella gestione delle pratiche.

Le attività hanno permesso di ricostruire il modus operandi dell’associazione:

- l’aspirante pensionato si rivolgeva a CINA’ esternando il desiderio di beneficiare di una pensione di invalidità;

- venivano redatti/formati alcuni certificati medici falsi;

- iniziava l’iter burocratico, che veniva seguito per il suo intero svolgimento dallo stesso CINA’ il quale era sempre informato sulle date delle visite mediche, sulle commissioni assegnatarie, sull’esito (positivo o negativo), e sulla data di liquidazione dei benefici economici;

- al momento della verifica medica il paziente era “istruito” su come comportarsi, e in molti casi veniva addirittura accompagnato presso la commissione medica dallo stesso CINA’ o dal suo autista e factotum CIPOLLA Nicola;

- CINA’ si adoperava anche per trovare delle persone che, spacciandosi per badanti o familiari, erano disposte ad assistere il paziente durante la visita affinché la messinscena fosse più credibile (tali soggetti erano poi retribuiti con 50 euro a visita);

- in caso di esito positivo il compenso per CINA’ era rappresentato dalla riscossione degli arretrati e dal pagamento di un fisso mensile su ogni singola pensione.

Emblematici risultano essere alcuni dei fatti accertati.

Nel corso delle intercettazioni, ad esempio, il CINA’ diceva testualmente: “...non voglio lavorare più, e potevo lavorare... io non lo voglio, io, la pensione, lo Stato mi deve campare!, io il muratore facevo, facevo il barista...”.

Stesso “privilegio” dovevano avere anche le pesone allo stesso vicine: “… tu devi prendere 800 euro al mese. Ci arriveremo, stai tranquilla … Tu sei l’amante mia e tu camperai come dico io, hai capito?”.

Significative le patologie documentate, anche con evidenti errori di ortografia, (ad es. “allucinazioni uditive a contenuto querulo manico”) e chiare le messe in scena poste in essere nel corso delle visite straordinarie (“tendenza alla magnificazione della sintomatologia con atteggiamento teatrale”).

L’indagine ha visto la collaborazione attiva sia della direzione regionale dell’INPS di Palermo, sia della Commissione Medica Centrale dell’INPS di Roma, e ha accertato nel complesso 25 truffe per un ammontare di 1 milione e 500 mila euro, motivo per il quale i Carabinieri stanno eseguendo il cosidetto sequestro per equivalente di saldi attivi di conti bancari, di beni mobili e immobili riconducibili agli indagati.

Si tratta di un provvedimento ablativo disposto su somme di denaro, beni o altre utilità di cui il reo abbia la disponibilità per un valore corrispondente al prezzo, al prodotto e al profitto del reato, previsto per talune fattispecie criminose e sia impossibile identificare fisicamente le cose che ne costituiscono effettivamente il prezzo, il prodotto o il profitto.

Tuttavia i casi di grandi abusi come quello emerso dall’indagine dei carabinieri del Comando Provinciale di Palermo non assumono rilievo per le somme sequestrate e i risparmi ottenuti, anche se non indifferenti.

Il valore principale di questa attività sono gli effetti positivi sul piano dell’equità e della legalità. Il terreno di coltura del fenomeno, infatti, è questa rete di burocrazia infedele che certifica falsità con connivenze e interessi clientelari enormi. L’opposto di quanto avrebbero bisogno i veri invalidi, vere vittime di questo sistema criminale”.

ELENCO PERSONE NEI CUI CONFRONTI E’ STATA DISPOSTA LA MISURA CAUTELARE

MISURA CAUTELARE IN CARCERE

1. CINA’ Giuseppe, nato a Palermo 05.11.1954;

2. CIPOLLA Nicola, nato a Palermo il 18.03.1952;

3. TANTILLO Giovanni nato a Palermo il 24.05.1974;

MISURA CAUTELARE DEGLI ARRESTI DOMICILIARI

4. CARMAZ Alina Nicoleta, nata a Roman (Romania) il 26.11.1984;

5. GIORDANO Silvana nata a Palermo il 26.01.1964,

6. PIPITONE Paola, nata a Palermo il 03.02.1984;

MISURA CAUTELARE DELLA PRESENTAZIONE ALLA P.G.

7. ABBATE Vito Salvatore, nato a Trapani il 16.11.1965;

8. BUONAFORTUNA Antonina, nata a Palermo il 04.09.1952;

9. CITARRELLA Maria, nata a Palermo l’11.09.1958;

10. DI NUOVO Salvatore, nato a Palermo il 03.09.1983;

11. GIAMMONA Loreta, nata a Palermo il 03.09.1958;

12. MARANO Maddalena, nata a Palermo il 25.07.1966;

13. MELI Paolo, nato a Palermo il 16.09.1960;

14. MIGNOSI Giuseppe, nato a Palermo il 13.01.1975;

15. NACCARI Giovanna, nata a Palermo il 20.03.1947;

16. SANFILIPPO Pietro, nato a Palermo il 29.04.1954;

17. SERPA Deborah, nata a Warendorf (D) il 25.08.1979;

18. TANTILLO Andrea nato a Palermo il 06.07.1972.


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Scontro tra due auto sulla Statale 113 all'incrocio di confine Bagheria - S.Flavia

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Alle 11 di oggi uno scontro rocambolesco tra due auto è avvenuto sulla strada statale 113 proprio all'altezza dell'incrocio che segna il confine tra il comune di Bagheria e quello di Santa Flavia.proprio all'incrocio.

Una Panda proveniva da Bagheria percorrendo la S.S.113 ed era diretta verso S.Flavia mentre una Chevrolet Aveo provendendo da via Sant'Ignazio, giunta all'altezza dell'incrocio si preparava a svoltare verso la propria sinistra in direzione di Bagheria e pare che non abbia rispettato il segnale di stop, non dando quindi la precedenza alla Panda che pare arrivasse a velocità sostenuta

L'urto è stato inevitabile e mentre la Panda è andata a cozzare sul lato sinistro della carreggiata, la Chevrolet è stata letteralmente scaraventata nella piazzola a ridosso deille baracca dove vengono custodite le attrezzature, riportando seri danni alla parte anteriore.

altE' stato chiamato subito il servizio del 118 che ha trasportato al Pronto soccorso di Bagheria, ma solo a scopo preecauzionale perchè in stato evidente di choc, A.N., il conducente della Panda, mentre G.C. non ha riportato per fortuna alcun danno, anche perchè presumibilmente l'attivazione dell'air bag aveva attenuato gli effetti del violento scontro.

Sono successivamente intervenuti gli operatori della Polizia municipale di Santa Flavia che hanno operato a lungo per effettuare i rilievi, e per regolare il traffico che per un lungo periodo è rimasto di fatto pressocchè bloccato.

Nella foto di copertina  La Chevrolet finita all'angolo della piazzola 

Nella foto all'interno il luogo dove è andata a rimbalzare la Panda

Sant'Elia: individuato un ordigno bellico nello specchio di mare della 'Caletta'

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L'informazione è stata trasmessa ieri ai Carabinieri della locale caserma da alcuni bagnanti che avevano creduto di individuare a circa due metri di profondità ed a qualche decina di metri dalla battigia un alettone di ferro conficcato sul fondo.

La loro intuizione si è rivelata esatta ed oggi gli artificieri, assieme al maresciallo Fragano comandante la stazione di Santa Flavia e agli uomini della Capitanerìa di Porticello, stanno cercando di individuare su quale possa essere la strada più opportuna da percorrere per intervenire nella bonifica dell'area garantendo la sicurezza della popolazione della borgata marinara.

Si sta valutando cioè  se sia più opportuno rimuovere l'ordigno e farlo brillare in altro luogo o farlo brillare direttamente sul posto, il che richiederebbe evidentemente,  almeno per qualche ora, di sfollare almeno i residenti nell'area oggetto dell'intervento che, come è noto, ed in questo periodo soprattutto, è frequentatissima dai bagnanti.

altL'ordigno è quasi certamente un residuato bellico sganciato dagli aerei americani nel periodo aprile-maggio del 1943, durante le missioni di bombardamento del porto e dell'area portuale di Palermo;  gli aerei al rientro verso le basi di partenza sganciavano le bombe inutilizzate, proprio per alleggerirsi, in mare; infatti sono state decine e decine durante gli anni del dopoguerra i ritrovamenti effettuati e gli ordigni rimossi molto spesso segnalati dai sub o da semplici bagnanti.

In questo momento l'area è presidiata dai Carabinieri.

Nella foto lo specchio di mare della Caletta ed i Carabinieri che presidiano l'area.

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