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Il pentito Carbone: 'Gli Scaduto volevano uccidere anche Flamia e Modica'

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Continua sui giornali la pubblicazione delle intercettazioni che hanno portato agli arresti dell'operazione 'Argo', e di stralci della confessione di Giuseppe Carbone, che ha ricostruito con dovizia di dettagli le varie fasi che portarono alla eliminazione dei due ispano canadesi Pimentel e Fernadez. 

Oggi il Giornale di Sicilia riporta ancora una serie di notizie che fanno parte delle dichiarazioni di Carbone, e che potrebbero fare risalire alle  motivazioni che lo hanno spinto assieme agli Scaduto ad uccidere i due trafficanti da poco insediatisi a Bagheria.

Carbone parla della guerra in atto esistente in Canada tra Rizzuto ed un altro mafioso compare di Ramon; è dal Canada  quindi che è partito l'ordine di uccidere Fernandez, ma l'obiettivo criminale andava a coincidere con gli interessi degli Scaduto che pare volessero scalare a colpi di pistola il vertice mafioso del mandamento eliminando anche Roberto Flamia, che con lo spagnolo aveva cementato un rapporto di amicizia.

Ma assieme a Flamia nel mirino c'era anche Michele Modica, anche lui con dei trascorsi canadesi, quando avrebbe finito di scontare la pena in carcere comminatagli per aver fatto parte del commando che nel luglio del 2008 assieme ad uno dei fratelli di Carbone, Andrea Fortunato, e ad altri due progettava di uccidere Pietro Lo Iacono.

Michele Modica, che in Canada era stato in contrasto con tale Peter Scarcella, era sfuggito in quel paese ad un agguato, in cui però era rimasta ferita e paralizzata una ragazza.

Un contesto di rapporti congtroversi tra cosa nostra canadese e  cosa nostra locale che stava per aprire una pagina sanguinosa nella storia di Bagheria e del territorio.

Carbone non lesina particolari sulla eliminazione dei due trafficanti canadesi: subito dopo l'omicidio ed essersi sbarazzati dei corpi e degli abiti imbrattati di sangue, si rivedono Carbone e gli Scaduto, per eliminare dalla casa di Fernandez, che abitava  in via Tornatore a Bagheria, alcune foto compromettenti che avrebbero potuto aiutare gli investigatori nella ricostruzione della personalità e delle frequentazioni dei due ispano-canadesi giustiziati.

Quelle foto specifica Carbone, li ho messe in un borsone scuro che venne bruciato tra Bagheria e Casteldaccia, mentre un orologio di marca Guess, specifica meticoloso Carbone lo consegnai a Salvatore Scaduto.


Arrestati 4 bagheresi per furto di rame alla pizzeria 'La Madonnina' in località 'Traversa'

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I Carabinieri della Stazione di Ventimiglia di Sicilia impegnati in un servizio di controllo del territorio, hanno tratto in arresto in flagranza di reato, con l’accusa di furto aggravato in concorso: SAVOCA Giuseppe, pregiudicato classe 1973, DI FIORE Giuseppe, classe 1990, MAZZOLA Emanuele, pregiudicato classe 1992, MAZZOLA Agostino, pregiudicato classe 1984.

I quattro venivano sorpresi dai militari mentre erano intenti ad asportare materiali ferrosi, tubi in rame ed autoclavi, dal ristorante “La Madonnina”, sulla S.P. 16.

In particolare i predetti, che avevano già caricato su due autovetture parti dell’impianto idrico, asportati dal ristorante, consistenti in tubi di ferro, rame e due autoclavi per il sollevamento dell’acqua completi di raccordi e motore, erano intenti a piegare e tagliare, con un seghetto, altri tubi facenti parte del medesimo impianto.

L’Autorità Giudiziaria disponeva la traduzione degli arrestati presso le rispettive abitazioni, in regime degli arresti domiciliari e il processo con rito direttissimo nella giornata odierna presso il Tribunale di Termini Imerese all’esito del quale ai predetti veniva convalidato l’arresto e posti agli arresti domiciliari. 

Nella foto da sx verso dx: Di Fiore Giuseppe, Mazzola Agostino, Mazzola Emanuele, Savoca Giuseppe

Rapina in villa ad Altavilla Milicia: donna maltrattata dai malviventi

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Una rapina consumata con sistemi maneschi , se non addirittura violenti, è stata consumata qualche giorno fa in contrada Santoro nel territorio di Altavilla  Milicia, non lontano dal centro abitato.

La donna, M.G., altavillese di 47 anni, si trovava in casa con il figlio, quando all'improvviso si è vista parare davanti tre uomini armati e incappucciati, che erano penetrati nella villetta e che dopo averla  minacciata, strattonata, e afferrata per i capelli  è stata costretta a consegnare soldi e gioielli che teneva in casa.

La donna profondamente scossa e impaurita è stata costretta ad aderire alle richieste dei malfattori, che subito dopo il fatto si sono come volatilizzati. 

E' stata presentata denuncia alla locale stazione dei Carabinieri. Il fatto ha suscitato profonda impressione nella comunità altavillese, ancche perchè sinora i malviventi si erano 'limitati' si fa per dire, quando le case si trovavano incustodite per l'assenza dei proprietari.

A preoccupare è proprio questo salto di qualità nella delinquenza che non si ferma più davanti a nulla: si usano le armi e i modi violenti per terrorizzare le vittime.

Il sindaco Nino Parisi si rende interprete della preoccupazione e dell'allarme dei suoi concittadini :" Confidiamo nell'opera di vigilanza e tutela delle forze dell'ordine, che pur tra i limiti imposti dalla insufficienza di uomini e mezzi,  stanno facendo di tutto per garantire la nostra sicurezza"

Misilmeri: poliziotto spara al figlio e si suicida; si cerca disperatamente di salvare il bambino

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Tragedia all'alba a Misilmeri, alle porte di Palermo. Un poliziotto della squadra mobile di 38 anni ha sparato al figlio di 7 e poi si è tolto la vita con un colpo alla tempia. 

Il bambino è stato ricoverato in gravi condizioni all'ospedale Civico. 

L'altra figlia di 14 anni, ieri notte aveva dormito in casa di parenti.

La polizia sta cercando di ricostruire il perché di una tragedia che ha sconvolto ancora una volta i poliziotti della Mobile.

E' il terzo suicidio di un investigatore che fa parte delle sezioni speciali di piazza Vittoria.

Intanto Il bambino, è stato stabilizzato e trasferito d'urgenza in neurochirurgia, doveè cominciata l'operazione per salvare il bambino.

Ma  le sue condizioni restano gravissime. 

Forse difficoltà economiche all'origine del folle gesto del poliziotto

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Pare che da tempo avesse problemi economici, Ivan Irrera, il poliziotto di 38 anni, in servizio alla Squadra Mobile di Palermo, che stamane si è suicidato dopo avere sparato un colpo di pistola alla testa del figlioletto di 7 anni.

Il dramma si è consumato in via P3 a Piano Stoppa:  l'uomo si è alzato all’alba, è andato nella stanzetta, ed ha sparato un colpo alla testa del bambino da distanza ravvicinata,  mentre era ancora addormentato nel lettino, poi si è puntato la pistola alla tempia e si è suicidato.

La moglie in casa ha sentito l'esplosione di due colpi di pistola e si è precipitata nella stanza del figlio: è lì che ha visto il marito, a terra morto.

Solo dopo si è accorta che il piccolo ancora nel suo lettino, era ferito alla testa e sanguinava.

Così la moglie dell'agente ha raccontato agli investigatori la tragedia.

Sembra accantonata la tesi secondo la quale l’agente si sarebbe sparato dopo essersi steso accanto al figlio e averlo colpito accidentalmente.

Irrera era steso, infatti, a terra accanto al letto e comunque i fori d’entrata dei proiettili sono incompatibili con questa ricostruzione.

Dai primi accertamenti, sembra che l’uomo era preoccupato per i problemi economici che da tempo lo assillavano: 10 anni fa era stato costretto a vendere la casa e a trasferirsi dai genitori, ma ancora non avrebbe risolto le questioni finanziarie che lo assillavano e sarebbe stato costretto a chiedere denaro in prestito per saldare i suoi debiti.

La moglie era venuta a conoscenza da poco delle preoccupazioni del marito, ma, secondo quanto ha raccontato alla polizia, non aveva capito quanto il marito, che ostentava serenità anche al lavoro, fosse depresso.

Del tutto incomprensibile la decisione di sparare al piccolo.

Le condizioni del piccolo sono molto gravi come ha spiegato Amerigo Stabile direttore area emergenza ospedale Civico di Palermo.

nella foto  tratta da gds.itla zona dove si è compiuto il dramma

 

La fotonotizia: quando la spazzatura mette a rischio la vita delle persone

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Passi per l'estetica, passi per l'odore nauseabondo che ammorba l'intera città di Bagheria, passi per i roghi notturni e diurni, passi per il disastro di immagine, ma quando la spazzatura rischia di provocare danni seri e immediati alla vita delle persone, non può essere ritenuto oltremodo tollerabile.

Accade nella strada provinciale 16 Bagheria-Ventimiglia all'altezza della centralina dell'ENEL che si trova subito dopo il mercato ortofrutticolo e ild eposito dei mezzi del Coinres.

Oltre cento metri lineari di spazzatura, cui già, e ripetutamente, qualcuno ha dato fuoco.

Succede però che la carreggiata si è ristretta a tal punto da consentire il passaggio ad una sola autovettura, per cui chi proviene da Bagheria e va in direzione Baucina, rischia di scontrarsi proprio sulla curva con chi proviene magari  a velocità sostenuta dalla corsia opposta.

Stamane nel giro di dieci minuti, giusto il tempo di fare qualche foto, abbiamo visto in almeno due casi rischiare lo scontro. Prima di dovere invocare la fatalità e il destino per qualche grave incidente è possibile porre sin da subito rimedio?

E' la domanda che naturalmente facciamo a quanti sono nella posizione ed hanno titolo per potere intervenire.

P.S. Sono decine le segnalazioni che abbiamo ricevuto su questo particolare problema.

Fuoco alla spazzatura in via Città di Palermo: incendiate due auto - VIDEO

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Un incendio pericoloso anche perchè alimentato dai vortici del forte vento di scirocco è scoppiato circa un'ora fa in via Giorgi Luigi capitano,  prolungamento di via Monsignor Arena,  e traversa di via Città di Palermo.

Qualcuno metteva in dubbio che a prendere fuoco fosse stata prima la spazzatura ma una delle due auto in sosta, (ipotesi però molto poco probabile considerata la direzione del vento e la distanza a cui si trovavno le due auto dai cassonetti),  ma comunque sia, nel giro di qualche minuto si è diffusa una situazione di panico: la gente è scesa precipitosamente in strada a spostare le proprie auto dalla vicinanza del fuoco.

I vortici dello scirocco facevano volare intorno e in aria  cartacce, pezzi di plastica e quant'altro in fiamme che hanno funzionato da innesco per una serie di focolai che si sono sviluppati nell'area circostante l'incendio.

Due auto una Lancia Y e una Peugeot 307 sono andate completamente a fuoco perchè i proprietari non sono riusciti a spostarle tempestivamente; anche una Renault Clio è andata danneggiata nel vano motore per uno di questi incendi periferici. 

La gente scesa in strada poco ha potuto fare in quelle condizioni, qualche volontario con gli estintori ha evitato che la situazione degenerasse spegnendo i focolai secondari di incendio e impedendo si diffondessero in un'area a verde contigua  ed in una zona di erbacce, che se avessero preso fuoco, in quelle condizioni, avrebbero potuto creare una situazione drammatica senza precedenti.

Provvidenziale l'arrivo dei vigili del fuoco intervenuti con due autobotti, che oltre a spegnere l'incendio primario, hanno bonificato l'intera area eliminando i focolai che stavano assumendo dimensioni preoccupanti.

Vistosa e rumorosa l'indignazione degli abitanti della zona che non ce la fanno più a vivere tra la spazzatura e gli incendi che all'avvicinarsi della stagione estiva, cominceranno sistematicamente a riproporsi, mettendo in serio pericolo la sicurezza e la salute della persone.

VAI AL VIDEO

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Santa Flavia: esplode il dramma dei senza lavoro, tre disoccupati protestano sul tetto del Comune

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Vogliono imporre all'attenzione delle autorità e della opinone pubblica il dramma autentico di chi, rimasto senza lavoro ed esauriti i margini della indennità di disoccupazione e della solidarietà familiare, non ce la fa più.

Nicola, Daniele e Giuseppe ormai da qualche ora sono saliti sul tetto di villa Filangeri sede del comune di Santa Flavia e minacciano che resteranno là sin quando non sarà trovata una soluzione al loro problema.

Non ce la fanno più, qualcuno come Nicola da due anni disoccupato che ha  lavorato nei cantieri edili di mezza Italia (e costretto talvolta  ad arrampicarsi sulle gru per avere riconosciuto il proprio salario), in attesa di una chiamata dal Nord che non arriva; o Giuseppe e Daniele anche loro da tempo, da troppo tempo, senza un reddito certo.

Non ce la fanno più a mandare avanti le famiglie, a pagare, luce, acqua e gas, a sostenere senza un lavoro il carico di spese sempre più pressanti..

Non vogliono carità, non vogliono raccomandazioni, vogliono solo che le loro braccia e l'esperienza acquisita nel loro campo possano utilizzarla per far vivere con dignità se stessi e le loro famiglie, senza essere costretti a chiedere l'aiuto e la solidarietà di amici e parenti.

Non hanno nessuna intenzione di venir giù da quella posizione, rispondono no a quanti cercano di convincerli che una soluzione si cercherà di trovarla:  c'è il vicecomandante della Stazione dei Carabinieri di Santa Flavia, a parlamentare con loro prima il sindaco Salvatore Sanfilippo; salgono poi il consigliere Milena Venturi a portare acqua e qualche genere di conforto, e l'assessore Concetta   Palumbo, a dire che l'amministrazione userà tutti gli strumenti che ha a disposizione per cercare di trovare una soluzione anche provvisoria.

Ma sinora è stato tutto inutile.

Telefonano anche i familiari che hanno saputo dal tam tam paesano della loro forma di protesta, invitandoli a desistere e a scendere giù. Ma i tre sembra non abbiano alcuna intenzione di scendere, almeno sin quando non vedranno qualcosa di concreto: si ipotizza di un loro avvio presso una azienda di soggiorno locale, di un lavoro utile alla comunità che possa servire a superare un momento difficile che per qualcuno di loro però, va avanti da anni.

La loro non è una protesta cieca e insensata ma lucida e serena di chi vuole far sentire a tutti i costi la propria voce e rompere il muro di silenzio che circonda, al di la delle solidarietà di facciata, quello che è ormai il dramma di centinaia di famiglie.

Stamattina si era pensato che qualcuno dei tre volesse mettere in atto dei gesti autolesionisti,ed è per questo che erano accorsi Carabinieri, Polizia e ambulanze. 

Solo i Carabinieri adesso continuano a stazionare nell'atrio di villa Filangeri, parlamentando con i tre operai disoccupati e cercando di convincerli a smetterla.

Raccontano le loro storie di lavoro, di sacrifici, ma anche di dignità: i problemi dei figli a scuola costretti a fare acrobazie per potere avere i libri sui quali studiare, del loro desiderio, ma anche delle insormontabili difficoltà, per poter dare ai loro figli quello che hanno i giovani più fortunati.

Ma ribadiscono la ferma determinazione che, a qualunque costo, debbano completare il loro ciclo di studi per qualcuno all'I.P.S.I.A per qualche altro all'Alberghiero.

Naturalmente  bersaglio dei loro commenti sono i politici di ogni risma e colore e quanti, magari dipendenti della pubblica amministrazione, non fanno il loro dovere non rendendosi conto della situazione di fortuna e di privilegio che la loro occupazione comporta.

 


Un bagherese seriamente ferito in un incidente sull'autostrada PA-CT

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E' accaduto nella tarda serata di ieri sull'autostrada PA-CT , in vicinanza dello svincolo di Villabate, direzione Catania. Lo riporta oggi il Giornale di Sicilia in un articolo di Ignazio Marchese.

Il conducente di una Smart, S.C. di 55 anni, bagherese, per motivi ancora da accertare avrebbe sbandato sulla curva, e subito dopo avere urtato contro il guard rail è stato sbalzato fuori dalla vettura.

I soccorritori del 118 chiamati da altri automobilisti hanno immediatamente stabilizzato il ferito che perdeva sangue dalla testa, ed hanno poi provveduto a ricoverarlo presso l'Ospedale civico di Palermo.

L'uomo pur seriamente ferito non sarebbe però in pericolo di vita.

Naturalmente si sono formate lunghe code di auto per il restringimento della carreggiata, dovuto alla necessità di fare i dovuti rilievi da parte della Polizia stradale di Bonfornello.

 

dal Giornale di Sicilia

Fermati cinque uomini dai CC nei pressi del mercatino: forse spacciavano euro falsi

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Un intervento dei Carabinieri si è svolto questa mattina poco dopo le ore 12, sotto lo sguardo sbigottito di centinaia di persone, in vicinanza del supermercato 'Il centesimo' a ridosso dell'area del mercatino, che proprio ogni mercoledì apre gli stand dei venditori ai consumatori.

Sono arrivate a grande velocità due auto dei Carabinieri con a bordo anche uomini in borghese che hanno caricato sulle loro auto, stando alle testimonianze dei presenti, quattro o cinque individui, che pare fossero i gestori di un banco di vendita di frutta che si trova proprio davanti al Supermercato.

Le auto sono immediatamente ripartite a grande velocità ed a sirene spiegate.

Si è subito diffusa la voce, che riportiamo con il condizionale, che qualcuno dei fermati avesse tentato di spacciare euro falsi.

Più tardi pensiamo di poter dare degli aggiornamenti

 

 

Ancora un sequestro di tonno rosso operato dal Circomare di Porticello

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Proseguono i controlli della Guardia Costiera di Porticello contro la pesca illegale del Tonno Rosso. Nella giornata di ieri, i militari dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Porticello, coordinati dal Comandante Tenente di Vascello Nicola SILVESTRI, hanno posto sotto sequestro circa 35 quintali di Tonno Rosso in procinto di essere sbarcato da alcuni motopescherecci.

L’attività svolta nell’ambito di una operazione di controllo e repressione dei reati in materia di pesca, ha portato all’applicazione di sanzioni amministrative per un valore di 12.000 euro ed al sequestro dell’attrezzatura utilizzata per la pesca illegale.

L’operazione ha consentito l’individuazione di tre distinti soggetti dediti al trasporto e detenzione illegale e di alcuni motopescherecci non autorizzati alla cattura della suddetta specie ittica.

La Guardia Costiera di Porticello sottolinea come l’attività proseguirà regolarmente, nell’ ambito di verifiche in atto lungo l’intera filiera commerciale della pesca per favorire la prevenzione di comportamenti illeciti a tutela della risorsa ittica, dei consumatori e degli operatori della pesca che operano nel rispetto delle regole.

 

Fonte Guardia costiera di Porticello
 

Due bagheresi accusati per furti in villette a Campofelice di Roccella

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Secondo le indagini degli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Cefalù, i due residenti a Bagheria Dario Coffaro di 32 anni e Giuseppe D'Antoni di 42, quel residence 'Vania' bersagliato dai furti, elettrodomestici soprattutto,  lo conoscevano bene; e a condurre gli investigatori alla individuazione dei responsabili sono state anche le modalità e le circostanze in cui i furti si sono verificati.

Un residence che nel periodo invernale era praticamente deserto, trovandosi in una zona  poco frequentata di Campofelice, ma, a indirizzare gli investigatori, anche il sospetto che fosse la conoscenza delle abitudini dei proprietari che consentiva ai due ladri di agire con tutta calma.

Persone quindi che conoscevano il contesto in cui 'operavano': partendo da queste osservazioni la Polizia è risalita ai due bagheresi che in estate erano dei frequentatori di quel residence, di cui pertanto conoscevano i minimi dettagli.

La scoperta di alcune impronte digitali dei due, rilevati dalla Polizia scientifica  nei luoghi del reato, è stato il riscontro oggettivo che ha confermato gli inquirenti del Commissariato di Polizia di Cefalù, diretto da Manfredi Borsellino,  nel loro sospetto, e li ha spinti a richiedere un provvedimento restrittivo della libertà di movimento di Coffaro e D'Antoni.

Il pubblico ministero ha avanzato quindi per i due malviventi, la richiesta di obbligo di residenza  nel  comune di Bagheria ed il divieto di uscire di casa tra le 21 e le 7.30 del mattino.

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nella foto da sx  Giuseppe D'Antoni e Dario Cuffaro

 

Bagheria: furto alla Zooagricola e auto in fiamme in via Pittalà - Foto

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Due i fatti di cronaca da segnalare nei giorni scorsi a Bagheria.Nella mattinata di ieri la Volante della Polizia è stata chiamata dal titolare della Zooagricola di via Consolare che ha denunciato di avere subito, presumibilmente durante la notte precedente un furto all'interno del proprio esercizio commerciale.

Durante la notte infatti dei ladri dopo avere segato le sbarre in ferro di una finestra, che si trova in una zona non visibile dalla via Consolare, sono penetrati all'interno ed hanno razziato soprattutto attrezzature meccaniche per l'agricoltura e il giardinaggio e costose confezioni di antiparassitari per uso veterinario.

Motoseghe, decespugliatori, tagliaerba, acquari e quant'altro hanno rappresentato il cospicuo bottino di un furto la cui entità deve essere ancora inventariata, ma che supera sicuramente il migliaio di euro.

I ladri hanno praticamente agito indisturbati, eprobabilemente hanno usato l'ingresso principale di via Consolare solo per la fuga con il materiale rubato.

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L'altro fatto di cronaca in via Pittalà, una traversa nella parte alta di corso Butera: questa notte l'allarme per la Polizia è scattato intorno alle 2.45 perchè una Wolkwagen Lupo di proprietà di P.G. di 23 anni stava prendendo fuoco, per cause che sono ancora da accertare.

Sono intervenuti i vigili del fuoco per spegnere le fiamme, ma l'auto è andata quasi completamente distrutta; bruciata anche una persiana e anneriti anche i muri perimetrali di alcune abitazioni, oltre che danni  alle linee esterne di illuminazione pubblica.

Il pescatore Cosimo D'amato condannato all'ergastolo. Fornì il tritolo per le stragi del 1993- foto

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Il gup di Firenze Mario Profeta ha condannato all' ergastolo il pescatore siciliano Cosimo D'Amato accusato di aver fornito il tritolo per le stragi mafiose del 1993 di Roma, Firenze e Milano. Ad accusarlo anche il pentito Gaspare Spatuzza. Il processo si è svolto con rito abbreviato.

altD'Amato, 68 anni, pescatore di Porticello, oltre che a Firenze è indagato anche dalla procura di Caltanisetta, con l'accusa di aver fornito il tritolo anche per la strage di Capaci. Il gup di Firenze oggi lo ha condannato per tutte le stragi fuori dalla Sicilia, tranne che per l'attentato a Maurizio Costanzo. Il gup ha poi stabilito risarcimenti per tutte le parti civili. Fra le quali i familiari delle vittime, il Comune di Firenze, la Regione Toscana e numerosi ministeri.

''Un altro mafioso all'ergastolo, siamo soddisfatti, ci auguriamo che non ce ne siano altri impuniti. Per chiudere il cerchio mancano i mandanti esterni'. E' il commento di Giovanni Maggiani Chelli, presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime della strage dei Georgofili, all'ergastolo inflitto oggi dal gup di Firenze a Cosimo D'Amato. "I processi, anche questo - ha aggiunto Giovanni Maggiani Chelli - dimostrano che Spatuzza è attendibile. L'unica punta di rammarico è che, con la condanna con il rito abbreviato, D'Amato non avrà il 41bis e, con ogni probabilità, trovera' il modo di alleviare l'ergastolo".

Nella foto di copertina Via dei georgofili a Firenze dopo l'attentato del 1993

I treni tra Brancaccio, Ficarazzi e Bagheria, bersaglio di lancio di sassi

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Nell'ultimo periodo pare che il fenomeno che non può essere liquidato come teppismo, ma di vera e propria mentalità criminale si verifica lungo il tragitto dei treni da Brancaccio a Ficarazzi sino a Bagheria.

Vere e proprie sassaiole contro i i convogli che passano e che in qualche caso, per il lancio di sassi di dimensioni notevoli, hanno provocato la rottura dei finestrini e ferito, leggermente per fortuna, qualcuno dei passeggeri.

Gli episodi che si sono intensificate nelle ultime settimane sono opera di 'bande' di giovinastri che ammazzano la noia con questi gesti sconsiderati che potrebbero avere consegunze gravissime, 

Il presidente del Comitato pendolari Sicilia Giacomo Fazio in una dichiarazione rilasciata al 'Giornale di Sicilia' che, con un articolo di Luigi Ansaloni si occupa oggi dell'argomento, stigmatizza questi episodi e sollecita Trenitalia e le forze di sicurezza ad aumentare la vigilanza in quel tratto di ferrovia.

'Ci aspettiamo azioni forti , conclude Fazio, visto il ripetersi di simili ingobili atti'

Quanto accade in queste settimane, riprende  la 'moda criminale' diffusasi qualche anno fa di tirare sassi dai cavalcavia dell'autostrada sulle auto che passavano di sotto, e anche in quel periodo ricordiamo, che dal cavalcavia sul ponte sull'Eleuterio sulla autostrada A19, furono lanciate pietre contro le auto lanciate a velocità.

In diversi casi, si ricorderà, ci furono al Nord soprattutto feriti anche gravi ed in un caso addirittura una donna perse la vita.


Bonifici dal Canada ad insospettabili bagheresi per gli investimenti di Ramon Fernandez a Bagheria

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Erano tutti rigorosamente da 999 euro per sfuggire agli accertamenti bancari legati al riciclaggio, ma pare che il collaborante  casteldaccese Giuseppe Carbone, del mandamento mafioso di Bagheria, stia consentendo di dipanare anche questa matassa.

Ne scrive Salvo Palazzolo in un articolo pubblicato sulla Repubblica di oggi. 

Giusepe carbone era uno dei frequentatori più assidui di Juan Ramon Fernandez che pare inetbdesse investire a Bagheria soldi provenienti dal Canada. E pare che ne arrivassero tanti abagheresi, anche insospettabili casalinghe, che le 'giravano' poi a Ramon.

Servivano secondo i primi riscontri dei carabinieri del ROS, che hanno scoperto che altri soldi arrivavano con due corrieri, Dany eTerry; soldi che  sarebbero serviti a fare 'shopping' di attività commerciali nel territorio di Bagheria, pizzerie bar e ristoranti soprattutto.

Ramon che dopo il suo arrivo a Bagheria era entrato come istruttore in una palestra, successivamente era entrato in società e pare che si preparasse ad acquisirla completamente.

Ramon si vedeva spesso con Carbone e con i fratelli Scaduto, che secondo Carbone mantenevano rapporti telefonici continui con un avvocato canadese con il quale si sentivano spesso; ed oltre agli affari si parlava di equilibri interni alla famiglia mafiosa canadese e a quelle di Bagheria.

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Affari ma anche violenza: come le indiscrezioni che riferiscono che in animo degli Scaduto c'era di eliminare sia il reggente di Bagheria Gino Di Salvo che il suo vice Flamia, oltre che Modica, nel momento in cui sarebbe uscito dal carcere.

Equilibri che avrebbero subito un violento contraccolpo in seguito alla decisione di Ramon, che era stato assieme a Modica e gli Scaduto, fedele seguace della famiglia di DonVto Rizzuto, di passare pare alla cosca avversa.

E' stata questa forse la decisione che ha provocato la sua eliminazione e quella del suo compare Fernando Pimentel, da parte dei suoi amici Giuseppe Carbone e gli Scaduto, Pietro e Salvatore,  che dopo averli attirati in un agguato li avrebbero uccisi e poi bruciato i cadaveri in una discarica in contrada Fiorilli a Casteldaccia.

E' stato lo stesso Carbone a consentire il ritrovamento dei cadaveri e a ad aprire una pagina sulla storia recente di cosa nostra bagherese che ancora deve essere quasi tutta scritta. 

Intanto sono stati tramutati in arresto da parte del GIP, i provvedimenti di fermo che portarono alla retata dell'otto maggio.

Cinque arresti a Bagheria: sorpresi a spacciare banconote false da 20 euro al mercatino - Foto

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I Carabinieri della Stazione di Bagheria hanno sgominato una banda composta da cinque giovani ambulanti del palermitano che, durante lo svolgimento del mercato settimanale in via Tommaso Aiello a Bagheria, spacciava a vari passanti che si avvicinavano per acquistare ortaggi e frutta, numerose banconote da 20 € presumibilmente false.

La recrudescenza del fenomeno delinquenziale era stato registrato da alcuni mesi, atteso che molte delle banconote erano state spese anche presso distributori di carburanti e commercianti del centro cittadino bagherese.

Nel corso di un servizio organizzato ad hoc, supportato dal Carabiniere di quartiere che ha svolto un ruolo determinante nell’acquisizione di informazioni, raccolte tra la gente ed i commercianti del luogo, veniva individuato lo smercio di una banconota consegnata dagli ambulanti ad una ignara signora, che aveva acquistato in quel momento delle zucchine.

Il modus operanti adottato dagli abili ambulanti, era quello di riferire nel momento in cui ricevevano dal cliente una banconota da 20 €, per il pagamento di prodotti ortofrutticoli, di non avere resto a disposizione. Sfruttando la confusione presente al mercato cittadino, e approfittando della distrazione da parte delle vittima, al posto di quella autentica, veniva restituita una banconota falsa di pari valore.

Nel corso del blitz effettuato dai Carabinieri intervenuti per metter fine alla denunce di diverse vittime, sono state sequestrate 7 banconote risultate false (prive dei prescritti elementi di sicurezza).

Le persone arrestate si identificano in: AMMIRATA Francesco, nato a Palermo il 03.08.1981 ivi residente, fruttivendolo, pregiudicato; CATALANO Francesco, nato a Palermo il 04.10.1987 ivi residente, fruttivendolo; GAROFALO Giuseppe, nato a Palermo il 04.11.1990 ivi residente, fruttivendolo, pregiudicato; CARLINO Giovanni, nato a Palermo il 04.11.1985 ivi residente, convivente, fruttivendolo, pregiudicato e CATALANO Carlo, nato a Palermo il 02.03.1990 ivi residente, convivente, fruttivendolo, tutti ritenuti responsabili di spendita di banconote false.

All’arrivo dei militari dell’Arma, approfittando della presenza di alcuni clienti, il gruppo di abili venditori ambulanti sopra identificati, confabulando tra loro, tentavano di disfarsi con gesto repentino di qualcosa che mantenevano in mano.

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nella foto da sx verso dx: Catalano Francesco, Ammirata Francesco, Garofalo Giuseppe, Catalano Carlo, Carlino Giovanni

Le immediate perquisizioni effettuate tra le bancarelle, dava esito positivo atteso che, ritrovate a terra, venivano rinvenute 6 banconote del taglio di 20 €, tutte aventi seriale nr. V572010167, così distribuite:

· Nr. 1 banconota sotto la bancarella di CATALANO Francesco;

· Nr. 1 banconota sotto la bancarella di CARLINO Giovanni;

· Nr. 1 banconota sotto la bancarella di AMMIRATA Francesco;

· Nr. 3 banconote tra la bancarella di CATALANO Carlo e quella di GAROFALO Giuseppe.

Le bancarelle degli ambulanti, erano poste ad una distanza di pochi centimetri l’una dall’altra, in modo tale da potersi tenere a stretto contatto ed agire con maggiore facilità.

La vittima, mostrava ai Carabinieri la banconota da 20 €, poco prima ricevuta dall’ambulante. Solo dopo un’attenta visione, si accertava che era falsa e che pertanto aveva subito un raggiro senza accorgersene e invitata in Caserma per regolarizzare la denuncia.

Gli arrestati su disposizione della competente Autorità Giudiziaria, sono stati tradotti presso le rispettive abitazioni in regime degli arresti domiciliari in attesa del rito per direttissima che celebratosi nella mattinata odierna, conclusosi con la convalida degli arresti e l’obbligo di presentazione alla P.G. in attesa di essere sottoposti a giudizio.

Palermo: un litigio finisce con un uomo gravemente ferito

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I Carabinieri della Stazione di Palermo Centro hanno tratto in arresto con l’accusa di tentato omicidio INGRASSIA Salvatore, pregiudicato palermitano classe 1959, venditore ambulante.

L’uomo questo pomeriggio intorno alle 14.30, all’interno di un’immobile comunale in disuso, già sede della scuola elementare “Ugdulena”, in via Mura San Vito, al culmine di un litigio ha colpito, prima, con un bastone e, successivamente, con un coltello la vittima, un palermitano di 23 anni.

Il giovane raggiunto dal colpo all’altezza dell'emitorace sinistro, è stato trasportato presso l’Ospedale Civico di Palermo, e ricoverato in prognosi riservata presso il reparto di chirurgia vascolare per "ferita da punta e taglio all’emitorace sinistro con intaccamento della vena succlavia”.

L’INGRASSIA fermato sulla scena del delitto dai Carabinieri della Stazione Palermo Piazza Verdi, aveva ancora in tasca il coltello posto sotto sequestro.

Termine formalità di rito l’arrestato è stato associato presso casa circondariale Ucciardone, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Palermo, 25 maggio 2013

 

Scontro treno-auto al passaggio a livello di Santa Flavia

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Questa sera intorno alle 20,30 un treno, appena ripartito dalla stazione di S. Flavia e diretto a Palermo si é scontrato con una Fiat Panda che – forse per una manovra avventata– invadeva l’area del passaggio a livello restando pericolosamente intrappolata all'interno delle sbarre

Il macchinista del treno  pur essendo riuscito a frenare non è riuscito ad evitare l’urto; l'auto é carambolata rompendo una barra del passaggio a livello. Non ci sono stati feriti. I passeggeri del treno, che ha dovuto fermarsi per i rilievi di rito, sono stati prelevati e portati a destinazione da due autobus sostitutivi.

Stando ad alcune sommarie informazioni da noi assunte sul luogo, gli occupanti dell'auto presi dal panico, anche perchè pare che tra i passeggeri ci fossero dei bambini, hanno immediatamente abbandonato il mezzo mettendosi al riparo e lasciando l'auto in mezzo ai binari.

Per i conseguenti rilievi sono intervenuti i Carabinieri: i treni comunque, dopo l'inevitabile blocco del traffico ferroviario per oltre un'ora, hanno già ripreso a circolare

 

Arrestati ad Altavilla tre giovani 'coltivatori' di marijuana -Foto

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I Carabinieri della Compagnia di Bagheria in contrada Aci Capraia ad Altavilla Milicia, hanno tratto in arresto le sottonotate persone per produzione e coltivazione di sostanze stupefacenti:

PIRROTTA Maurizio, nato a Palermo, classe 1985, ivi residente;

MAZZARA Pietro, nato a Palermo, classe 1988, ivi residente;

SAMPINO Casimiro Marco, nato a Palermo, classe 1985, ivi residente.

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da sx verso dx: Pirrotta Maurizio, Sampino Casimiro, Mazzara Pietro

I predetti sono stati sorpresi dai Carabinieri in un villino preso in locazione, intenti nella coltivazione di una piantagione di marijuana, composta da 200 piante circa, realizzata all’interno della stessa abitazione, mediante un complesso sistema di illuminazione-irrigazione-aereazione di tipo artificiale, alimentato altresì per mezzo di un allaccio abusivo alla rete Enel.

La sostanza stupefacente è stata sottoposta a sequestro.

Gli arrestati sono stati tradotto presso la Casa Circondariale “Pagliarelli” di Palermo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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