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Imbrattata di vernice rossa, la piccola cappella di S.Anna e la croce, simboli di Sant'Elia

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Sono nell'immaginario collettivo il simbolo di questa minuscola comunità che in estate raddoppia i propri residenti e diventa luogo privilegiato della movida nostrana. E pare che il motivo del gesto vandalico, stando alle prime interpretazioni starebbe proprio là, in una movida notturna particolarmente fastidiosa ed ormai intollerabile per i residenti.

Tant'è che è nato un comitato civico, che ha prodotto un documento che proprio ieri è stato discusso in Chiesa a chiusura dei riti religiosi alla presenza di padre Francesco Lo Proto.

Nel documento si afferma che non è più possibile andare avanti così con schiamazzi e frastuoni notturni e impianti stereo a tutto volume ben oltre gli orari consentiti, con controlli sostanzialmente inesistenti che hanno creato una situazione di serio disagio per tanta gente che il mattino dopo deve svolgere la propria attività di studio o di lavoro.

L'accento viene posto sulla aleatorietà e inadeguatezza dei controlli: niente Vigili Urbani, niente Carabinieri, niente Polizia, niente di niente.

"Ormai - ci ha detto padre Lo Proto - Sant'Elia è una sorta di terra di nessuno, in cui ognuno fa quello che gli passa per la testa senza dovere rispondere e sottostare a norme e regolamenti; ed inoltre l'assenza dei controlli rende più arroganti e prepotenti quanti perseguono non il legittimo divertimento ma la prevaricazione sui diritti degli altri, approfittando della sostanziale assenza delle autorità"

Anche Lia Emmiti, stamane presente sul posto ha condannato il vile gesto specificando: "Non parlo da consigliere comunale, parlo da semplice residente e membro di questa comunità , e dico che questo atto palesemente minaccioso non ci impedirà di continuare a sostenere le ragioni dei residenti di Sant'Elia, che ritengono di avere diritto ad una dignitosa qualità della vita di giorno e di notte"

Non è la prima volta che la questione viene sollevata ma pare che ormai la misura sia colma, tant'è che la petizione nel giro di poche ore aveva raccolto quasi un centinaio di adesioni.

Stanotte qualcuno ha pensato, con la profanazione della croce  e della cappella, di mandare un messaggio palesemente intimidatorio al parroco e a quanti  si sono fatti portavoce delle esigenze della comunità Sant'Eliese; ma la reazione di forte indignazione e di solidarietà con le ragioni espresse dal Comitato civico che sta venendo fuori dalla gente comune  fa pensare che il calcolo si rivelerà sbagliato. 

L'amministrazione da parte sua si sta preparando a denuncia la profanazione ai Carabinieri  e ad intensificare i controlli, chiedendo nel contempo alle altre forze di polizia del territorio a fare altrettanto.


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