Andranno a processo con il rito ordinario quattro degli indagati della cosiddetta Operazione 'Bucatino' dal nome del ristorante che sarebbe stato nella disponibilità di due degli arrestati: i De Santis, Giovanni e Maurizio, padre e figlio.
Ma anche tre degli altri quattro, che pure avevano chiesto il rito abbreviato, saranno costretti a seguire il rito ordinario, avendo rinunciato al rito breve perchè il GUP Lorenzo Iannelli ha rigettato la loro richiesta di sentire diverse persone tra cui le vittime.
Gli imputati, otto complessivamente, erano stati arrestati nell'aprile dello scorso anno con l'accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso: tra gli arrestati alcuni appartenenti al Mandamento di Bagheria, Umberto e Francesco Centineo, padre e figlio, Giuseppe Pietro Flamia (nella foto), cugino del pentito Sergio Rosario Flamia, oltre a Francesco Pitarresi, Francesco Li Candri e Rita Salerno, moglie di Maurizio De Santis.
La vicenda era partita dal furto di un carico di elettrodomestici per un valora di circa 170.000 euro di una ditta di trasporti bagherese, i cui titolari, Carla Binaghi e Aurelio D'Amico, che si erano rivolti ad alcuni degli imputati, per essere 'assistiti' nel recupero del maltolto, erano stati invece essi stessi diventati bersaglio di una pesante richiesta estorsiva che aveva visto, non solo minacce, ma anche pestaggi e aggressioni ai presunti responsabili del furto, due dipendenti della ditta di trasporto, ed ai titolari stessi ridottisi in balìa della banda di estorsori.
Nel processo che si svolgerà è stata accolta la richiesta di costituzione di parte civile oltre che dalla coppia titolare della ditta di autotrasporti, anche di diverse associazioni e organizzazioni di categoria, dalla Confcommercio alla Confesercenti, dalla FAI a Confindustria Sicilia, e poi Addio Pizzo, Solidaria, SOS impresa, Centro Pio La Torre.