Una lettera anonima arrivata in Procura nei giorni scorsi ha confermato le rivelazioni del pentito Vito Galatolo, secondo cui sarebbe già arrivato in Sicilia l'esplosivo per il progettato attentato delle famiglie mafiose siciliane contro Nino Di Matteo, p.m. della trattativa stato-mafia, attentato pare sollecitato direttamente da Matteo Messina Denaro.
Lo scrive nella cronaca il Giornale di Sicilia di oggi, in un articolo a firma di Riccardo Arena
Galatolo ha parlato della colletta fatta dalle famiglie mafiose per comprare l'esplosivo in Calabria e sostiene di aver visto i fusti con l'esplosivo: in questa settimane si è cercato in abitazioni di città o di campagna nella disponibilità di soggetti che avrebbero potuto ospitare e nascondere un carico cosi rischioso.
Era stato arrestato anche Vincenzo Graziano, un mafioso che, secondo Galatolo, avrebbe dovuto sapere molto su quell'esplosivo; però quel carico ancora non si trova e questo aumenta la tensione e la paura che ci sia sempre qualcuno pronto ad usarlo.
Si era cominciato a cercare in città , proprio nel quartiere dell'Acquasanta, poi nella zona di Monreale, e nei giorni scorsi si era anche parlato di aree interne e di montagna, ma la lettera anonima arrivata pochi giorni fa in Procura, sembra avere aperto altri orizzonti.
Nella lettera si farebbero tre nomi di persone che sarebbero a conoscenza del percorso fatto dalla grande quantità di esplosivo, e l'area in cui sarebbe custodito, e cioè la zona di Porticello, in vicinanza peraltro della località Valdina, dove Nino Di Matteo trascorre le sue vacanze estive.
E proprio la zona della casa estiva di Nino Di Matteo sarebbe stata una delle opzioni dei luoghi possibili scelti dai mafiosi per compiere l'attentato.