E' definitiva adesso la condanna a 23 anni di carcere nei confronti di Domenico Gargano: secondo la sentenza pronunciata dalla Cassazione ha ucciso con diversi colpi di pistola nel primo pomeriggio del 4 ottobre 2008 lo zio Antonino Tripoli, in via del Mulino a Bagheria, pare per motivi di interesse.
Antonino Tripoli colpito all'occhio, era stato ricoverato in Ospedale, dove dopo qualche giorno di coma farmacologico aveva secondo le acquisizioni processuali, ripreso conoscenza, al punto da rendere credibile e probatorio, il riconoscimento, (ripreso dalle telecamere, così come disposto dal p.m. Maurizio De Lucia), nel nipote Domenico Gargano il proprio assassino, puntando con il dito in maniera molto determinata la foto mostratagli dagli inquirenti, oltre ad essere riuscito a scrivere le prime quattro lettere del cognome.
Le indagini portate avanti dal Nucleo investigativo del commissariato di P.S. di Bagheria avevano accertato che l'ultimo a vedere in vita Tripoli era stato proprio il nipote, che avrebbe consegnato allo zio alcune chiavi di un magazzino; poco prima Tripoli aveva incontrato delle persone alle quali doveva affittare un immobile, ma quando Tripoli fu colpito quel gruppo di persone potè dimostrare che si trovava già molto lontano dal luogo dove si era consumato il crimine.
Per questo l'unico sospettato è stato sempre il nipote, si ritenne per motivi di interesse.
In primo grado Gargano venne assolto, perchè dalla Corte le modalità del riconoscimento non vennero ritenute tali da far pensare ad una piena lucidità di Tripoli, che dopo qualche giorno dall'episodio del riconoscimento ricadde in uno stato di coma e morì il 19 di ottobre.
La Procura ricorse in appello ottendendo la condanna l'8 aprile del 2013, in un processo giocatosi tutto sulla attendibilità di quel riconoscimento, con perizie contrastanti, da un canto l'accusa a ribadirne la affidabilità, dall'altro la difesa a contestarne le circostanze e le modalità.
La Cassazione, dove a difendere Gargano c'era l'avvocato Francesco Paolo Martorana, ha confermato in maniera definitiva la sentenza di condanna.
Nella giornata odierna, Domenico Gargano, che si trovava piede libero è stato rintracciato nella abitazione del padre, dove gli è stata notificata la sentenza, ed è stato successivamente condotto presso il carcere di Pagliarelli.
Nella foto Antonio Tripoli e il luogo dove avvenne il ferimento