Le indagini dei poliziotti della sezione Criminalità organizzata hanno condotto all'arresto di due pregiudicati bagheresi, Gaspare Ribaudo, 23 anni ed Emanuel Rughoo Tejo, 38enne di origini brasiliane.
A disporre il provvedimento il gip del Tribunale di Palermo Roberto Riggio su richiesta dei pubblici ministeri Sergio Demontis e Francesca Mazzocco. I due sono accusati di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso: il loro obiettivo sarebbe stato quello di occuparsi della "sicurezza" del locale, un modo per ottenere il controllo dell'attività gestita da padre e figlio, presi di mira per oltre un anno e fino allo scorso 29 luglio
In precedenza avevano svolto l'attività di 'buttafuori' in una discoteca poco fuori Bagheria.
Sono stati documentati nelle indagini della Polizia ben tre episodi di violenza, con "incursioni" notturne volte ad intimidire i gestori del locale. Minacce iniziate nel 2012 e talora sfociate in vere e proprie aggressioni con tanto di calci e pugni ai titolari di una discoteca estiva palermitana che, esasperati, si sono rivolti alla polizia.
Quella sera erano stati minacciati per la terza volta nel giro di pochi mesi. L'ennesimo episodio di violenza psicologica e fisica che stava per trasformare la loro attività lavorativa in un inferno di ricatti e minacce. I due hanno raccontato ai poliziotti che il regolare svolgimento delle serate musicali estive era stato stravolto dalle incursioni di Ribaudo e Tejo, che la scorsa estate avrebbero chiamato i rinforzi per far circondare da dieci malviventi il figlio del titolare.
Il ragazzo si trovava in un bar di Bagheria, alle porte della città, quando è stato avvicinato dal gruppo che ha attaccato bottone con la scusa di una festa per un addio al celibato. Uno dei malviventi avrebbe cominciato con il pretesto di chiedere informazioni, prezzi, orari, ma la vittima si è resa conto subito dove i due sarebbero andati a parare.
Le ormai solite minacce rinforzate da toni e atteggiamenti palesemente intimidatori.
Le indagini da quel momento hanno preso u rutmo più serrato. Gli investigatori sono risaliti ai due pregiudicati grazie ai racconti dettagliati di padre e figlio, ma la polizia è ancora a caccia dei complici che hanno preso parte alle aggressioni.
Foto tratte da livesicilia