Quantcast
Channel: Cronaca
Viewing all articles
Browse latest Browse all 2449

Chi è Antonino Zarcone, il quarto pentito della cosca bagherese - Seconda Parte

$
0
0

alt

Il pentimento di Zarcone è  in ordine progressivo il quarto della famiglia bagherese e il nono nel mandamento di Bagheria: un  numero consistente tra pentiti a pieno titolo e collaboranti che riconoscono le loro responsabilità.

Stefano Lo Verso a Ficarazzi,  Giuseppe Carbone a Casteldaccia, Vincenzo Gennaro ad Altavilla, e poi a Bagheria Onofrio Prestigiacomo, Sergio Flamia, Benito Morsicato, ed ora Antonino Zarcone, oltre a due collaboranti dei quali non è stato ancora diffuso ufficialmente il nome, uno ad Altavilla e l'altro a Bagheria.

E c'è da supporre che il numero ben presto salirà, perchè qualcuno di quelli che viene tirato in ballo per episodi estorsivi, di fronte alla prospettiva concreta di un periodo di galera dai dieci ai quindici anni, ci penserà bene se non sia il caso di dare un taglio, certo per convenienza, alla propria carriera criminale.

E ad aumentare e  a rivolgersi  con maggiore frequenza ai Carabinieri e alle associazioni antipizzo sono anche imprenditori e commercianti che non vedono l'ora di liberarsi dal capestro di cosa nostra.

Certo pentiti di diversa caratura mafiosa, ma tutti utili per gli inquirenti per ricostruire la 'mappa' aggiornata dei componenti delle famiglie del mandamento e il reticolo degli episodi di pizzo e di estorsioni.

Zarcone è sicuramente un pentito di serie A, e per tanti motivi.

Innanzitutto per l'avere spaziato e tenuto contatti, lui che da semplice capo della famiglia di Altavilla Milicia raggiunge il ruolo di capomandamento, che tiene contatti non solo  con  i vertici della mafia bagherese e con i suoi sodali di Ficarazzi, Villabate, e Casteldaccia , ma anche e soprattutto con la mafia palermitana più forte e agguerrita, quella del mandamento di Porta Nuova.

Ha quindi nell'ambiente credibilità e prestigio.

Anche perchè, ed è questo che portano alla luce le intercettazioni ambientali, Zarcone prova oltre che a dirozzare mafiosi sì violenti, ma quasi sempre rozzi e incolti, a introdurre un minimo di ordine nell'organizzazione delle famiglie.

Una pseudoimprenditorialità che la mafia di un tempo coltivava con più sistematicità: da quando i colpi della magistratura e delle forze di polizia hanno falcidiato le famiglie, cosa nostra mostra la corda, sia da un punto di vista della capacità operativa che dal punto di vista del reperimento delle risorse economico-finanziarie.

E Zarcone questo vuol fare: una attenta divisione dei ruoli a partire dalla selezione degli uomini che debbono essere affiliati a cosa nostra; non deve esserci niente di casuale, ma come un tempo, qualcuno che segua la materia, che esamini gli aspiranti e li sottoponga a tirocino e quindi li porti all'attenzione dei capi.

Il sostentamento alle famiglie dei carcerati: anche qua basta con il sistema assistenziale e introduzione di una forma di contributo 'una tantum', che serva ai familiari dei carcerati per avviare una attività che gli consenta di camminare con le proprie gambe.Anche perchè questi contributi dati a pioggia impediscono l'accumulazione primitiva per fare seri investimenti.

Ed ancora la distribuzione dei settori di 'intervento', materia anche questa che deve essere regolamentata: le estorsioni, il traffico di droga, le sensalerie sulla compravendita degli immobili, e soprattutto le cose che escono dal comune, perchè sentenzia Zarcone ' il Comune è tutto' .

Basta con l'improvvisazione. Ed è talmente convincente da far dire a Nicola Milano, coreggente di Porta nuova '....Noi lo sai cosa dobbiamo fare - dice interloquendo con Tommaso Di Giovanni - quando c'è un lavoro a Palermo chiamiamo a Nino e ce li dividiamo con Nino e ci togliamo il pensiero che quà 'l'olio' è sicuro..' e prosegue 'Masino noi ce ne andiamo da Nino e ce ne andiamo sicuri ...abbiamo a che fare con uno solo e ci leviamo il pensiero Masino..' e successivamente rivolgendosi direttamente a Nino "...E ce li chiudi direttamente (...) e ce li chiudi tu direttamente e ci togliamo il pensiero, 'nun cummattiemeu' a Palermo che si sparge subito la voce questo, quello e non perdiamo tempo con nessuno"

Tommaso Di Giovanni propone di coinvolgere anche un'altra persona adatta a quel ruolo, tale Giuseppe Migliore, subito consigliato da Zarcone: "Lui appena entra al Comune...stampare tutto quello che c'è in essere" ed aggiunge in sostegno a Nicola Milano che segue le ristrutturazioni " Per fare le ristrutturazioni bisogna andare all'ufficio tecnico e presenti la domandina".

Insomma quella del comune per Zarcone è una vera fissazione, al punto che Milano, mostrando di aver capito tutto conclude: "E noi ci atterriamo già prima..."

E per finire Zarcone illustra come comportarsi nella compravendita degli appartamenti, fermo restando l'obolo del 3% a cosa nostra: "Di tutto quello che c'è...abbiamo anche come vendita appartamenti, gli apprtamenti la vendita è di 2.000 euro...vendere tizio...a dire ..quà deve vendere tizio, punto, firma il contratto e deve vendere lui, o vende il costruttore o vende l'agenzia ci devi dare sempre la 'sansalarìa' (...) all'agenzia ...il 3% fino a 200.000 euro sono seimila euro..., su 400.000 sono, 3,6, 9, 12, 24 mila euro di mediazione...12.000 euro a casa, ogni appartamento".

Violenti, rozzi e ignoranti sì, ma quando si tratta di numeri e di soldi da incassare, i mafiosi i conti li sanno fare 'a fimminina' ma  'a mente'.

 

 

 


Viewing all articles
Browse latest Browse all 2449

Trending Articles