Lo scrive sulle pagine di cronaca palermitana del quotidiano la Repubblica, il giornalista Salvo Palazzolo. Nei giorni scorsi i familiari più vicini di Morsicato, la moglie e due figli piccoli, erano stati prelevati dai Carabinieri dalla loro abitazione di via Bacone ed erano stati portati in un luogo sicuro in conseguenza della collaborazione avviata da Morsicato con la giustizia.
Benito Morsicato era un autista del Conres, licenziato qualche mese fa assieme ad un altro suo collega, per essere stato sorpreso nello scorso febbraio in una area di posteggio delll'autostrada Palermo-Catania, mentre svuotavano il serbatoio di carburante dell'automezzo con cui avevano trasferito i rifuti in discarica.
Di fronte ai Carabinieri i due non hanno saputo trovare alcuna giustificazione per il loro comportamento, per questo avevano patteggiato la pena, e dopo un periodo di sospensione erano stati licenziati dal commissario Roberto Celico.
Benito Morsicato era stato arrestato il 5 giugno scorso nel corso dell'operazione Reset, che ha portato agli arresti di oltre trenta tra capimafia e gregari.
Morsicato si aggiunge alla lista, che comincia a diventare lunga, di mafiosi o di seguaci di cosa nostra bagherese, che stanno dando il loro contributo, per svelarne i segreti.
Morsicato, da sempre noto alle cronache giudiziarie, era un uomo di mano, di quelli che faceva gli attentati, minacciava gli imprenditori per metterli in riga, e non un caso che sia venuta fuori una intercettazione in cui parlando con i suoi sodali spiega:' Un bidoncino da venti litri, lo rovesci per terra. lo fai svuotare tutto e così succede il viva Maria, perchè, precisava ' se ci vai con un litro non fai niente'.
E' poco probabile che Morsicato possa dare un contributo sull'alta mafia, ma sicuramente per lo scopo per cui veniva utilizzato, sa molto sulle aziende taglieggiate da cosa nostra e sulle pratiche estorsive della mafia di Bagheria