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Era stato accoltellato l'uomo ritrovato morente, in via Don Bosco ad Aspra

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Non fu suicidio, quello di Rosario Vitale,  come in un primo momento le risultanze investigative avevano lasciato pensare ma un omicidio consumato dalla moglie Stefania Lo Piparo, 40 anni,  e dal padre Stefano Lo Piparo, 67 anni, arrivato probabilmente al culmine di una lite con la moglie che si trovava in casa  dei suoi genitori, e per il quale il GUP Agostino Gristina li ha condannati entrambi a sedici anni di reclusione.

Lo scrive stamane il Giornale di Sicilia in un articolo a firma di Sandra Figliuolo

Il fatto al tempo turbò la tranquilla vita della frazione marinara di Bagheria; il corpo di Rosario Vitale, 40 anni, tecnico di piattaforme petrolifere era stato trovato ai margini di via Don Bosco ad Aspra, il 17 settembre 2007; in un primo momento si era pensato ad un suicidio anche se l'arma del delitto, presumibilmente un lungo coltello, non è mai stata trovata.

L'uomo per l'attività che svolgeva stava per lunghi periodi lontano da casa, e pare che i litigi con la moglie nei periodi di residenza a Bagheria fossero abbastanza frequanti

Qualche tempo dopo i pm Siro De Flammineis e Diana Russo hanno riaperto l'inchiesta ed hanno approfondito appunto i rapporti tra i coniugi e le circostanze immediatamente precedenti la morte, che hanno portato a scoprire che la sera prima il ritrovamento del Vitale, dopo l'ennesima lite la moglie con il figlio si era andata a rifugiare nella casa del proprio genitore, dove il marito l'avrebbe poi raggiunta.

Ne sarebbe nata una lite, cui avrebbe preso parte anche il suocero del Vitale, in seguito  alla quale l'uomo sarebbe stato ritrovato agonizzante proprio di fronte la casa del suocero.

Durante il processo si erano costituiti parte civile la madre  e i fratelli della vittima, assistiti dagli avvocati Carlo Ventimiglia e Giacomo Greco, che hanno avuto riconosciuto il danno patito il cui ammontare  dovrà essere determinato in sede civile.

L'accusa aveva chiesto in subordine la derubricazione per entrambi gli imputati ad eccesso colposo di legittima difesa ma il GUP ha comminato la pena per il reato ben più grave di omicidio.

 


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